Desiderio e piacere di leggere Presentazione (di Alberto Alberti)
Come si può presentare questo lavoro di Antonio Polselli? Come si può riportare a un unico campo di significato un libro così ricco e vario, con tanti temi di sicuro interesse e tante idee proposte al lettore?
Certo, è innanzitutto un assaggio di letture, precisamente una serie di assaggi che si propone non come fine a sé stessa ma come invito a leggere i libri in parola e altri libri, molti altri libri. Ce lo dichiara apertamente l’autore nella introduzione e ce lo suggeriscono icasticamente le numerose citazioni poste a introdurre le varie parti del volume e il volume stesso. Ma è anche una cavalcata vertiginosa e magnifica nella saggistica e nella letteratura, fra opere e autori di diverso genere e diversa età, una settantina di testi, tra saggi, narrazioni, poesie.
Solo a scorrere l’indice si resta confusi e affascinati. Confusi per la quantità e varietà degli autori chiamati in causa. Affascinati per la qualità e il valore che hanno i temi proposti, e per l’interesse che suscitano.
Sono recensioni di libri importanti? A prima vista sembra di sì. Ma poi, esaminando più da vicino e intrinsecamente i singoli scritti, ci si rende conto che si tratta di cosa ben più impegnativa. Polselli non guarda le opere che presenta, per così dire, dall’esterno. Non fa un passo di lato per stabilire una distanza, non sale in cattedra per giudicare, premiare o condannare. Polselli vi entra dentro, ne ripercorre fedelmente la struttura, le anima e le fa rivivere. In tal modo ci restituisce non solo l’oggetto ma anche il tono e il ritmo di ogni discorso, di ogni libro. Ci restituisce l’anima. I temi trattati e le suggestive riflessioni espresse dai vari autori vengono portati al godimento diretto del lettore nella loro autenticità e freschezza.
La nutrita schiera di intellettuali che abitano o hanno abitato la scena culturale nell’ultimo secolo, italiana e straniera, da Alberoni a Calasso, da Villari a Recalcati, da Cotesta a Gobetti, da Umberto Eco a Gianni Rodari, da Camus a Kung, da Hannah Arendt a Edgar Morin, prende così vita e viene a parlarci direttamente. Ogni saggio ha qualcosa di importante da comunicarci, ogni saggio apre orizzonti a ulteriori ricerche e al desiderio di nuove letture, approfondimenti e ampliamenti.
Per la loro natura, recensioni o riletture che siano, questi testi vanno letti singolarmente, uno per uno, ma non necessariamente in sequenza. Il libro di Antonio Polselli non ha l’architettura canonica del saggio o del racconto. Non c’è, voglio dire, un inizio e una fine ordinati strutturalmente e uno svolgimento coerente che guidi il lettore a un preciso percorso di lettura. Tutto si può leggere in circolo, secondo la suggestione che suscita il tema o il bisogno individuale di conoscere, o anche secondo le ripartizioni in categorie con cui l’autore scandisce l’opera.
La materia assai ricca è infatti suddivisa in parti o, piuttosto, raggruppamenti, ognuno dei quali riferito a una problematica. Abbiamo un raggruppamento sullo studiare per scoprire, ricercare, approfondire; un altro sul raccontare, immaginare, conoscere, riflettere; uno sul ricordare; uno sul descrivere e rappresentare; uno sui canti dell’anima, le poesie; uno sulla spiritualità e le domande di senso sull’aldilà e l’eternità. Ognuno di essi è come introdotto da una serie di citazioni, di autori famosi e geniali, distillati di saggezza, pensieri illuminanti, estremamente significativi.
Sebbene necessariamente disposti in successione, questi raggruppamenti non sono capitoli di un discorso unico, non sono tappe ordinate di un unico itinerario da percorrere sequenzialmente dal principio alla fine. Sono piuttosto scaffali di una biblioteca ideale dove sono addensati temi e suggestioni di idee e inviti a leggere. Il lettore può attingervi a suo piacimento, ordinatamente dal principio alla fine o rapsodicamente saltando da un punto all’altro, secondo il gusto, l’interesse particolare, la curiosità occasionale, lo stato d’animo.
Così, restando nel primo scaffale, per scoprire e approfondire, si può trascorrere dall’elogio della pazienza all’elogio dell’amicizia, o dalla filosofia di Umberto Eco al profilo di Nicolò Machiavelli, e ritrovare, con Cotesta, l’idea del mondo, del cielo e della terra, che ebbero o hanno i greci antichi, i cinesi, i musulmani. Oppure, attingendo a un altro scaffale, quello del racconto, incontrare ancora una volta Il nome della rosa o Il piccolo principe. Così, saltando nel mondo della spiritualità, ritrovare l’inno alla vita, la parola di Gesù, il grido di Giobbe, la teologia della gentilezza. E si può andare, sempre rapsodicamente, nello scomparto del ricordare, a visitare Camus, Steiner, oppure, in un altro reparto, a cogliere il pensiero di Gobetti, La Pira, Martini, Morin, Pasolini. E si possono gustare i temi poetici trattati nella sezione dei canti dell’anima.
L’avvertenza è che tutto sia gustato profondamente a piccole dosi, come una medicina dell’anima o come un elisir prezioso e raro, un concentrato di sapienza, lasciandosi trasportare, proprio come vuole il titolo, dal Desiderio e dal piacere di leggere che vuol dire «Viaggiare nel tempo e nello spazio». «Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna leggere», ci avverte opportunamente Michel Foucault.
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