FIRENZE- In questi mesi in cui il turismo e le iniziative culturali sono state fortemente compromesse, il capoluogo toscano riparte da un ambizioso progetto che prevede la riqualifica degli ambienti del complesso di Santa Maria Novella.
Nei giorni scorsi il sindaco Dario Nardella, in occasione della presentazione del piano, ha dichiarato che “nascerà un grande hub polifunzionale, strategico dal punto di vista della posizione e della mobilità, legato a cultura, creatività, artigianato, socialità, quasi un nuovo quartiere cittadino, un unicum a livello italiano ed europeo. Gli spazi sono pensati per residenti, turisti, famiglie, giovani, artisti: la forza di questo complesso sta nell’essere un luogo poliedrico che fungerà da grande calamita capace di attrarre generazioni diverse”.
Nel concreto, quello che ci si appresta a realizzare è l’ampliamento della superficie museale con spazi espositivi per collezioni permanenti e temporanee, una nuova biblioteca, depositi e archivi museali visitabili, 4500 metri quadrati dedicati al social housing e tanto altro.
Tuttavia l’idea più discussa è quella che prevede la creazione del Museo della Lingua Italiana. Il ministro Dario Franceschini, il sindaco e l’assessore alla cultura del comune di Firenze ritengono che questa iniziativa sia “il modo migliore per ricordare Dante, nell’anno in cui si va a celebrare il settecentenario della morte”. L’opera sarà finanziata dal Mibact nell’ambito del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” per un costo complessivo di 4,5 milioni di euro.
Firenze si ritrova così a inaugurare un museo che pare essere ideato ad hoc per promuovere l’anno dantesco. Questo senza considerare i numerosissimi musei civici, biblioteche e archivi già esistenti che faticano ad assicurare un servizio continuo e che necessiterebbero urgentemente di fondi per essere gestiti meglio. Il Museo della Lingua Italiana, finite le celebrazioni, andrà ad aggiungersi a questo elenco?
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