SEZZE – È stata presentata lunedì 11 dicembre, presso l’auditorium comunale “San Michele Arcangelo” di Sezze, la sede operativa del Pronto Intervento Sociale, il servizio che coinvolge tutti i Comuni del distretto sanitario Lt3, oltre a Sezze i Comuni di Priverno, Bassiano, Maenza, Prossedi, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci e Sonnino. Senzatetto, disagi in famiglia, situazioni di pericolo per gli anziani, questi gli ambiti all’interno dei quali il servizio si svilupperà e provvederà a dare una prima, immediata, risposta alle richieste che già in questi mesi sono pervenute all’attenzione degli uffici dei Servizi Sociali: “Un’azione importante e spesso indispensabile – ha spiegato l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Sezze – che interverrà h24 negli orari in cui sono chiusi gli uffici comunali e che, a Sezze come in tutti gli altri Comuni del distretto socio-sanitario, tramite un numero verde garantirà i primi interventi che spesso sono determinanti per ottenere risultati”. Un progetto che è stato accolto positivamente dall’Unione Europea e dal Ministero del Lavoro, tanto da spingere gli stessi Comuni ad esprimersi positivamente sull’inserimento strutturale all’interno del prossimo Piano di Zona in fase di approvazione per il prossimo triennio. A gestire il servizio del Pronto Intervento Sociale sarà la cooperativa sociale “Arteinsieme”, che già da tempo ha raccolto diverse segnalazioni poi prontamente inoltrate agli uffici comunali di competenza e alle forze dell’ordine impegnate nei territori: “Il prossimo passo – ha proseguito Capuccilli – sarà quello di estendere il coinvolgimento in queste azioni alle scuole, alle parrocchie e alle associazioni di volontariato che, per prime, ricevono segnalazioni di problemi che possono poi diventare vere e proprie emergenze. Mai come in queste occasioni – ha concluso il vicesindaco di Sezze – la prevenzione viene ad assumere un ruolo importantissimo e lavorare con un unico obiettivo, coinvolgendo anche i medici di base del nostro distretto socio-sanitario, le parrocchie, le associazioni del terzo settore che si occupano di questi bisogni, è il modo migliore per raggiungere risultati positivi, riuscendo ad avere una mappatura dei bisogni ed attenuare il senso di disagio che vive una larga fascia della popolazione”.
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