E non chiamiamoli vecchi! A piccole dosi anche Sanremo riserva piacevoli sorprese come una Ornella Vanoni,(86 anni) con lei Orietta Berti (77 anni ) A che stanno a confermare l’assunto e la tesi di Cicerone a giudizio del quale la vecchiaia è sinonimo di “virtute e canoscenza”. Il coraggio di continuare a mostrarsi e proporsi riaffermando il sicuro mestiere e l’indiscussa professionalità, soprattutto la consapevolezza di poter essere ancora utilmente e gradevolmente fruibili. La Vanoni si è presentata in veste di artista e grande interprete quale è stata ed è a tutt’oggi (molto bello il suo ultimo CD). Bella la canzone (musica e parole), intensa l’interpretazione che mi ha riportato ai tempi dei suoi storici album “Ai miei amici cantautori”. Intelligentemente disinvolta sia pure in qualche incertezza vocale, da sempre gran signora del palcoscenico, stavolta teatralmente e non da improvvisata “commediante” come più volte capita nelle sue non infrequenti apparizioni. Analogo discorso per l’immarcescibile Orietta Berti, personaggio diversamente popolare dalla Vanoni ma altrettanto valido e inossidabile negli anni sia per la voce sia per la coerenza della persona e del personaggio. Peraltro, rispetto alla collega, più in sintonia con lo spirito o il clima del festival per essere una espressione congeniale nella forma e nei contenuti all’aspetto e operazione sanremese. Ho avuto modo di imbattermi, sempre di striscio, in qualche giovane vivaddio seriamente acconciato(!) tipo quel Bugo, un rapper a mio avviso qualificato, discreta voce, espressivo, testo per nulla imbecille. Mi si dice (moglie e figli!) di altri, non li conosco ma uno come me che la buona musica l’ha sempre amata continua a credere e a riconoscersi nelle canzoni o canzonette. Molte di esse, infatti, possono considerarsi dei rispettabilissimi “Bignami” (li ricordate?!) ossia dei riassunti o condensati di testi-argomenti di varia umanità a loro modo istruttivi o stimolanti, per non parlare delle perle liriche, dei “voli” nel cielo blu, delle “mille bolle blu” ossia l’avanguardia che pure da Sanremo ha spiccato non poche volte il volo (Dalla, Modugno, Celentano, Mina, Iannacci altri). La morale: i “vecchi cantanti” (vedi Vanoni) possono equipararsi agli attori e insegnanti che pure a 80-90 anni se resistono (compatibilmente con le corde vocali!) possono ancora orgogliosamente esercitare la loro funzione e il rispettivo ruolo: la mia amica Luigina ne ha poco meno di 90, lucidissima e imperterrita impartisce lezioni private, con lei anch’io relativamente più giovane (lo dico per scaramanzia rimuovendo se ce la farò come lei!).
2) Così (non) parlò Zarathustra.
Draghi è non ancora propriamente vecchio ma neanche giovincello. Lui è super, il nostro Zarathustra ossia un Superuomo nell’accezione corretta e non corriva del termine e del concetto. Stile Nietzsche niente affatto D’Annunzio mirando quello a differenza di questi a essere invisibile, a non di-mostrarsi ne esternarsi, a rifuggire l’applauso e la chiacchiera, il pubblico in genere. Insomma, a parlare tutt’al più a bassa voce, preferibilmente a tacere mai esibendo la propria superiorità ma lasciando agli altri la facoltà di riscontarla o ignorarla. Un uomo di qualità superiore cioè “L’uomo senza qualità”(R. Musil) da intendersi non le pseudo qualità ossia la forza, la voce altisonante e onnipotenza in mirabolanti, plateali imprese (vedi quella di Fiume- D’Annunzio) bensì quelle morali, intellettuali e culturali. Diciamo di una qualità superiore quella che contraddistingue l’autentico superuomo. Il nostro Zarathustra nel chiuso del suo eremo -l’acume intellettuale- pensa, progetta e non discetta avendo l’accortezza di mettere il silenziatore allo scemenzaio della politica senza sottovalutare i margini d’impotenza indipendenti dalla sua stessa volontà. E’ chiaro che laddove per sua e nostra fortuna non è “dannunziano” certo è che ideologicamente non può né deve essere frainteso come nicciano, dico da un Salvini ammesso che costui conosca l’originale! (gimaul)

Foto Matteo Rasero/LaPresse

In the photo: Orietta Berti


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