Francesco Vitiello era detto ‘u suricillo – piccolo sorcio – dal papà Silverio.
A Le Forna il genitore si era guadagnato questo soprannome perché da bambino giocava a nascondino e si rintanava nei posti più impensabili.
Per dare una possibilità lavorativa a Francesco – colpito dalla poliomielite giovanissimo – la famiglia lo mandò a Ventotene per apprendere i rudimenti della musica, imparò a suonare l’organo e il mandolino. Francesco svolgeva attività marinare sui gozzi e bastimenti a vela. In quell’epoca partivano da Ponza alla fine di febbraio e si recavano sulle coste sarde per pescare. Il bastimento a vela lasciava le barche con i pescatori sul litorale della Sardegna e successivamente ritornava a caricare nelle apposite stive le aragoste vive che venivano smerciate a buon prezzo al mercato di Marsiglia. La tecnica di pesca era basata sulle nasse di vimini e ‘u suricillo era bravissimo a prepararle.
In molte case di Ponza troviamo bastimenti in vimini che Francesco preparava quando era un pensionato, il tutto con grande maestria. Le rotte più battute erano, oltre quelle sarde, la Corsica, Tunisia e Grecia. Quest’ultima meta aveva lasciato in Francesco dei bellissimi ricordi; un bastimento ponzese fu scambiato per una imbarcazione turca e i greci si armarono, vista la storica accesa rivalità. Lui non si scoraggiò, prese il mandolino e organizzò una festicciola insieme ai greci con tanto di bevute e risate sino a tarda sera.
Il carattere di Francesco era allegro, un personaggio vivace e intelligente che ricordava tutto nei minimi particolari. Persino da bambino – pur colto dalla poliomielite – riuscì a scappare dalla sua stanza in ospedale a Napoli per andare a curiosare dove si effettuavano le autopsie.
La moglie si chiamava Anna; avevano tre figli: Margherita, Silverio e Luciana. Francesco Vitiello faceva parte di una famiglia di undici figli: 4 maschi e 7 femmine. Erano cugini dei famosi “Panzatuoste“.
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