LIVORNO – Presentato ieri sera al Surfer Joe alla Terrazza Mascagni l’album Parole Liberate, realizzato con i testi scritti dai detenuti del carcere scelti e messi in musica da 14 musicisti italiani e messo in vendita da Baracca e Burattini. Parole Liberate è un progetto partito dall’omonima associazione di promozione sociale attraverso un bando del Ministero della Giustizia. Per presentare l’album, finalista e secondo classificato al Premio Tenco 2022 erano presenti l’ex direttore del carcere livornese e di Gorgona Alberto Mazzerbo, il garante dei detenuti del comune di Livorno Marco Solimano, Francesca Ricci, operatrice culturale e teatrale presso il carcere di Livorno e Riccardo Monopoli, Duccio Parodi, Paolo Bedini e Alessandro Ricucci di Parole Liberate e di Baracca e Burattini. C’è stato anche un intervento musicale di tre gruppi di musicisti che hanno preso parte al progetto e hanno suonato per il pubblico alcuni pezzi dell’album. Sono intervenuti i Nuovo Normale da La Spezia, il livornese Luca Faggella e Teresa Plantamura e Davide Bellazzini da Carrara. Il progetto è nato dieci anni fa e dopo i due anni di stop a causa del Covid è stato deciso di pubblicare quest’anno il primo album. Il risultato è stato strepitoso, con il piazzamento al prestigioso Premio Tenco e la copertina del CD realizzata dal fotografo Oliviero Toscani. Mancanza d’amore, di spazio e d’affetto, rabbia, voglia di rinascere, le parole dei testi volano fuori dalle mura del carcere. Parole Liberate è una maniera per “fare uscire” i detenuti, che vivono in spazi sovraffollati e strutture cadenti, con solo due ore al giorno in cui possono stare all’aperto. La possibilità di uscire e redimersi deve esistere, perché con tutte le colpe che l’uomo può avere si può sempre migliorare, ma non è possibile farlo se le condizioni delle carceri restano un’emergenza e la comunità resta divisa dal mondo dei detenuti. “Bisogna accorciare questa separazione” dichiara Marco Solimano “il carcere come luogo della città sarebbe un vantaggio enorme per tutti, è nostro compito e nostro dovere confrontarci con le problematiche dei detenuti. Le condizioni del nostro carcere, le Sughere” conclude il Garante dei detenuti “sono gravissime, ci troviamo di fronte all’incapacità di fermare le criticità, il degrado strutturale, la mancanza di un presidio psichiatrico, la direzione vacante e in più in questo periodo siamo di fronte ad una vera e propria emergenza a causa della mancanza del personale carcerario che per questo motivo è in agitazione e di conseguenza è avvenuto il blocco delle attività ricreative, fatto che ha peggiorato notevolmente la situazione”.
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