Piazza della Libertà piena per dire No al caporalato e al lavoro nero in ricordo di Satnam Singh

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Foto di Giuseppe Miele
Foto di Giuseppe Miele

LATINA- Piazza della Libertà piena di braccianti agricoli indiani e di tanti cittadini di Latina  per la manifestazione della Flai Cgil in ricordo di Satnam Singh e per dire basta al lavoro nero e al caporalato. Oltre duemila persone si sono radunate davanti alla Prefettura, per ricordare il 31enne indiano morto per la disumanità del datore di lavoro che non ha soccorso il bracciante rimasto senza un braccio e poi è deceduto in ospedale.

«Di fronte alla disumanità e alla barbarie, non accettiamo che le tragedie diventino un’abitudine – ha detto Giuseppe Massafra, segretario generale della Cgil Frosinone Latina – Non vogliamo che questi riflettori si spengano dopo il lutto. Siamo qui per Satnam Singh, una persona uccisa dalle persone per cui lavorava, buttato in strada senza un braccio, invece che essere portato in ospedale dove poteva essere salvato. Siamo qui per tutte quelle persone che vivono questo territorio da generazioni, sfruttati da una legge che si chiama Bossi – Fini. Lottiamo perché quel permesso di soggiorno che ha ottenuto sua moglie Soni non sia un “risarcimento”, ma perché diventi un diritto, soprattutto per coloro che hanno il coraggio di denunciare. Non possiamo più sopportare che si muoia di lavoro». Hardeep Kaur, segretaria della Flai Cgil Latina: «Oggi questa piazza chiede un cambiamento concreto, ha sottolineato, Siamo al fianco di quelle aziende sane che vivono sotto il ricatto dei caporali. La morte di Satnam ha dimostrato che se si vuole, si può concedere un permesso di soggiorno in soli due giorni: dobbiamo combattere perché ciò accada con tutti».

Sul palco anche il sindaco di Latina, Matilde Celentano: «Questa tragedia è colpa di tutti, nessuno escluso: dagli enti e le istituzioni fino alle associazioni e alle imprese che hanno voltato la testa altrove. La lotta al caporalato non ha confini e deve interessare tutti. Dobbiamo essere uniti perché da soli non si va da nessuna parte». Il sindaco è stato in parte contestato, quando ha rimarcato come Latina non debba essere identificata come la città del caporalato. In piazza anche la segretaria del Pd Elly Schlein che intervistata dal TG 1 e dal TG 3 ha dichiarato: “In questo territorio, solo 170 aziende su 7.000 hanno aderito ai protocolli sulla legalità. Durante la passata legislatura abbiamo presentato una legge per istituire sistemi di protezione per quelle aziende che decidono di denunciare: la porteremo avanti, così come proseguiremo nella battaglia per abolire la Bossi-Fini che da anni provoca irregolarità, come dimostrato da questa tragedia, attraverso lo sfruttamento e la precarietà”.

Martedi 25 nuova manifestazione.sempre a Latina, davanti alla Prefettura, di tutti gli immigrati di origine indiana.


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