Non ci sta il Parco Nazionale del Circeo. Sacrosanto il diritto di critica, ma quelle accuse, quei post che andavano a ledere l’immagine dell’Ente, proprio no. Oggetto del contendere il “Piano Daini” che, varato diversi mesi fa, è stato inteso da alcuni come una sorta di condanna a morte per gli esemplari che popolano la foresta demaniale. “Strumentalizzando il sacrosanto diritto di critica e cospargendo i social di false notizie sul tenore del Parco, atte a generare confusione nel lettore e disorientamento nella cittadinanza che associa indebitamente il Parco ad un mattatoio, ad un lager, a nemico dei daini, a luogo dove perpetrano chissà quali misfatti, anche di natura penale”. E così, acquisito parere legale dall’Avvocatura dello Stato, nel corso dell’ultimo consiglio direttivo del 17 febbraio scorso, si stabiliva all’unanimità di procedere con querela per diffamazione aggravata nei confronti di quanti si erano resi portatori di commenti ritenuti offensivi. Il mandato è stato affidato all’avv. prof. Antonello Madeo. “Non è più tollerabile – scrivono i vertici del Parco – che qualcuno utilizzi il diritto di critica ed il Piano Daini per creare volontariamente ostilità, per sobillare gli animi di animalisti, ambientalisti o semplici supporters, vanificando l’attività d’inclusione e gli sforzi che l’Ente sta faticosamente affrontando da alcuni anni non senza positivi risultati gestionali”. “Confidiamo – recita la nota – nell’azione della magistratura inquirente, affinché valuti la rilevanza penale dei numerosi post pubblicati negli ultimi mesi sull’argomento daini, di cui alcuni gravissimi perché avanzano addirittura ipotesi di reato specifiche a carico del Parco e dei suoi organi”. E’ solo uno degli atti di una diatriba che continuerà a tener banco nelle cronache del territorio.
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