Peter Paul Rubens (Siegen, 1577 – Anversa, 1640) era figlio di un borghese calvinista rifugiatosi a Colonia per motivi religiosi. Egli iniziò la sua formazione artistica a Colonia, ma la proseguì a Anversa dove ritornò con la madre e i fratelli dopo la morte del padre.
Nel 1600 giunse in Italia fermandosi fino al 1608. A Venezia eseguì copie di Tiziano, Veronese e Tintoretto. Dopo pochi mesi divenne pittore a servizio di Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova e alternò la sua attività artistica con missioni diplomatiche e politiche. In Italia soggiornò anche a Genova e Roma dove studiò le opere dei maestri del rinascimento ma anche le più recenti esperienze di Annibale Carracci e di Caravaggio. A Roma, nel 1602 eseguì “L’esaltazione della Croce, Gesù coronato di spine e L’innalzamento della Croce” per la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Queste tre opere insieme alle tre tele per la Chiesa della trinità di Mantova segnano una prima apertura dell’artista in senso barocco.
Nel marzo del 1603 fu in Spagna in missione diplomatica per Vincenzo Gonzaga dove rimase 8 mesi.
Tra il 1606 e il 1608 fu scelto per dipingere la pala dell’altare maggiore di Santa Maria in Vallicella che nella libertà formale e cromatica e nelle soluzioni luminose, dichiara chiaramente l’importanza che ebbe per lo sviluppo della sua arte l’esperienza italiana.
Tornato in patria, favorito dai reggenti dei Paesi Bassi Alberto e Isabella, fondò la sua famosa casa-bottega dove creò, valendosi della collaborazione di numerosi aiuti (Van Dyck), un numero impressionante di opere.
Nel 1609 sposò Isabella Brant e a quell’anno è riferibile il suo autoritratto con la moglie, dove la libertà della posa, le figure disposte a occupare tutta la superficie, il dorato tonalismo delle tinte e l’accenno di un paesaggio dietro le fronde creano effetti atmosferici allusivi e uno spazio infinito.
Nello stesso anno sono “Sansone e Dalila”, “L’adorazione dei Magi” e “L’annunciazione”. Mentre nell’ “Innalzamento della Croce” e nella “Deposizione della Croce” (per la cattedrale di Anversa) riaffiorano le suggestioni del realismo caravaggesco, nel “Giudizio Universale” e nella “Battaglia delle Amazzoni” prevale una strutturazione compositiva complessa, grandiosa e intensamente dinamica.
Nel 1620-25 Rubens si impegnò in due importanti imprese: le pitture per la Chiesa dei Gesuiti ad Anversa e il ciclo delle allegorie della vita di Maria de Medici, regina di Francia, 24 grandi tele dipinte per il Palais du Luxembourg (ora Louvre) che segnano uno dei vertici dell’arte di Rubens per fantasia inventiva e splendore di realizzazione.
In un continuo intreccio di attività artistica e missioni diplomatiche (Olanda, Madrid, Inghilterra) Rubens alternò grandi pale di soggetto religioso a opere di soggetto mitologico e allegorico, splendidi ritratti e paesaggi nei quali la descrizione minuziosa si solennizza in un forte sentimento della natura.
Dopo i due viaggi in Spagna e in Inghilterra (1628-30) l’arte di Rubens progredì ulteriormente verso una stesura più calda e intrisa di luce, evoluzione da collegarsi all’influenza delle opere di Tiziano viste a Madrid: così in “Helene Fourment con il figlio” e nel “Giardino d’amore”, opere della tarda attività del maestro, la luce molle e delicata suggerisce una quiete serena e una tenera e raffinata dolcezza.
Guglielmo Guidi
Storico d’arte.
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