Arriva in aula il tema della parità di genere e del maschilismo dopo gli eventi successi tra minorenni in Campania e Sicilia che hanno evidenziato un malessere profondo della società contemporanea, la violenza tra giovani. In risposta a questo il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara aveva annunciato un provvedimento per la ripresa delle lezioni, ossia una nuova materia scolastica chiamata “Educazione alle relazioni” con corsi di formazione specifica sulla parità di genere e contrasto al maschilismo per consapevolizzare gli studenti attraverso il lavoro di gruppo.
L’educazione di genere è l’insieme dei comportamenti, delle azioni e delle attenzioni che gli educatori mettono in atto ogni giorno in maniera più o meno intenzionale rispetto ai vissuti, ai ruoli e alle relazioni di genere di coloro verso i quali hanno una responsabilità educativa: bambini e giovani.
Se non è oggetto di riflessione critica, l’educazione può favorire la spinta omologatrice verso i tradizionali ruoli di genere; laddove invece è pensata, organizzata e concordata ad hoc, può contribuire al superamento degli stereotipi e promuovere la costruzione dell’identità secondo l’individualità dei soggetti.
La violenza sulle donne si combatte con azioni sinergiche che coinvolgono l’intera comunità mediante campagne di sensibilizzazione, informazione e prevenzione nelle agenzie formative.
Ed è proprio la scuola, uno dei luoghi privilegiati dal quale possono partire progetti perché la violenza contro le donne non è un fenomeno di natura episodica, né emergenziale: è un problema strutturale va quindi trattato e affrontato con una particolare cura e soprattutto è necessario sensibilizzare le persone su questo argomento, a partire dai più giovani.
La violenza sulle donne è un fenomeno trasversale perché non conosce limiti d’età, di paese, di cultura, di professione e di classe sociale.
Molti paesi europei hanno disposto in campo educativo e scolastico strumenti di sensibilizzazione, di educazione all’affettività e di lotta agli stereotipi di genere. È evidente che le risposte per fronteggiare il fenomeno non possono limitarsi a misure repressive ma devono fondarsi su nuovi percorsi formativi che, a partire dalla scuola, educhino le nuove generazioni, lungo tutte le fasi del percorso educativo anche alla dimensione affettiva.
Sono fondamentali le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all’integrità personale, appropriati al livello cognitivo , affettivo ed emotivo degli allievi. I temi devono essere affrontati mediante la partecipazione attiva, valorizzando le esperienze personali, le opinioni, i punti di vista, le emozioni dei partecipanti evitando generalizzazione e giudizi di merito.
Una nuova materia che già dai primi di novembre potrebbe debuttare in classe, anche se, almeno inizialmente, solo come progetto pilota.
Come funzionerà?
Ogni istituto potrà autonomamente scegliere di formare dei gruppi di studenti, dei veri e propri team composti da 6 a 12 persone, possibilmente di età omogenee.
Tenendo presente uno specifico approccio di lavoro, ossia il cosiddetto “metodo Balint”, si verranno così a formare dei «gruppi di discussione e di autoconsapevolezza».
Quanto al “metodo Balint”, si tratta di una “collaudata metodologia di formazione esperienziale creata originariamente dallo psicoanalista Michael Balint e centrata sull’azione del gruppo come strumento facilitatore del pensiero”.
“L’educazione alle relazioni” vuole intervenire positivamente sui comportamenti dei ragazzi, dentro e fuori le aule scolastiche. In modo tale che non si verifichino mai più stupri e violenze shock come quelle che hanno recentemente sconvolto l’opinione pubblica.
Per combattere il maschilismo nella società italiana, l’educazione alle relazioni è un passo importante nella giusta direzione che ha sottolineato l’importanza di promuovere l’uguaglianza di genere nelle scuole con impegno continuo e molteplici iniziative e interventi.
L’obiettivo finale è quello di formare cittadini responsabili e migliorare la qualità della vita per tutti.
Alessandra Trotta ( Giornalista e Scrittrice )
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