Ineludibile l’attuazione del Piano Gestionale del Dainonella Foresta Demaniale per salvaguardare la biodiversità del Parco Nazionale del Circeo. E’ quanto emerso dalla conferenza stampa svoltasi stamane presso il Centro Visitatori di via Carlo Alberto con la partecipazione di Giuseppe Marzano, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Circeo; Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, Andrea Monaco, ricercatore ISPRA, Ester Del Bove, funzionario del Servizio Biodiversità e Reti Ecologiche dell’Ente Parco, e Daniele Paoloni dell’Istituto Oikos che si occupa del coordinamento scientifico-operativo del Piano. Presenti, inoltre, i delegati della Asl di Latina e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, nonché il sindaco di Sabaudia e presidente della Comunità del Parco, Giada Gervasi, per i saluti di rito.

Un tema che ha avuto un effetto dirompente sull’opinione pubblica, scatenando nei mesi scorsi una marea di polemiche, riversate sui vari social anche perché in esso è contemplato l’abbattimento dei capi per ridurne l’impatto sul già delicato ambiente evitando così rischi per il patrimonio naturalistico e la sua bellezza.

Attualmente sono quasi 1800 i daini presenti nei 3000 ettari di Foresta, con un incremento di circa il 40% negli ultimi 5 anni. Una densità di quasi 60/capi ogni 100 ettari, mai registrata in Italia, che porta scompenso nell’intero ecosistema della Foresta demaniale, che è anche individuata quale Zona Speciale di Conservazione.

Un dato allarmante, di lontana provenienza,che, oltre ad incidere in maniera negativa sull’opera di salvaguardia della ricca biodiversità, crea altresì situazioni collaterali, quali pericoli alla circolazione stradale, tramite il continuo attraversamento degli animali di litoranea e migliare, e conseguenti danni ai poderi limitrofi.

«Il dovere istituzionale dell’Ente Parco è quello di tutelare la biodiversità e le specie autoctone. – ha dichiarato il Presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Marzano -. La popolazione di daino attualmente presente è destinata a un’espansione del suo areale con conseguenze distruttive ed irreparabili non solo per la biodiversità, ma anche su aspetti della sicurezza stradale e danni economici relativi alle colture agricole e serricole. Considerando i seri danni prodotti e quelli in corso, si ribadisce quindi che il Piano gestionale approvato nel 2017 con parere positivo del Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero della transizione Ecologica) e dell’ISPRA, è l’unico strumento in grado di assicurare una effettiva riduzione della popolazione di daino. Per tutti questi motivi non possiamo più aspettare e siamo pronti ad entrare nella fase operativa».

Ma, per lo sfoltimento della massiccia colonia, l’Ente Parco opta per soluzioni non cruente, come stanno a testimoniare i bandi pubblicati nei mesi scorsi per la traslocazione dei capi sterilizzati in recinti a scopo ornamentale (cosiddette “adozioni”), in aziende agri-turistico-venatorie e per scopi alimentari.

Purtroppo le richieste ricevute si limitano a solo una quarantina di esemplari. Tuttavia l’avviso pubblico per la traslocazione di daini a scopo “ornamentale” verrà riproposto e, di concerto con Ispra, si cercherà di snellirne le procedure, con particolare riferimento alla possibilità di prevedere recinzioni meno costose. L’Ente Parco, inoltre, verificherà la possibilità di contribuire economicamente al trasporto e alla sterilizzazione dei daini ceduti a scopo ornamentale

Nelle prossime settimane, verrà attuato uno screening sanitario tramite abbattimento diretto di un campione rappresentativo dell’intera popolazione, nonché tramite la possibilità di recupero – in particolari condizioni – degli animali morti a causa degli incidenti stradali. La normativa stabilisce infatti che, prima del trasferimento di un animale selvatico, è indispensabile conoscere lo status sanitario della popolazione da cui proviene al fine di evitare che, insieme all’individuo, vengano trasferiti parassiti e agenti patogeni con conseguenze deleterie per le specie presenti nell’area di rilascio o addirittura per l’uomo; nonché per aspetti legati alla sicurezza sanitaria del reparto zootecnico locale e dei fruitori della foresta.

Dopo la conferenza stampa, i giornalisti e gli operatori della stampa hanno partecipato alla visita guidata nella Foresta demaniale, nel corso della quale le guide dell’Istituto Pangea hanno mostrato i seri danni provocati all’ecosistema del Parco dai daini attualmente presenti. Iniziative analoghe rivolte a cittadini, turisti e altri portatori di interesse del territorio verranno organizzate, gratuitamente, nelle prossime settimane, nel tentativo di far toccare con mano lo stato della foresta e sensibilizzare verso la necessità di tutela dell’inestimabile patrimonio naturalistico del Parco Circeo.

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