Papa Francesco con la sua “voce laica” e attualissima abbraccia il pensiero relativistico rileggendo i vangeli assieme a Eugenio Scalfari

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Oggi, il papa Francesco non solo è attaccato, dall’esterno, da una volgare e rozza parte politica del Paese ma anche, dal suo interno, perché sta cercando di fare rispettare i dettami evangelici tanto disattesi. Egli si trova attanagliato entro un “regime di verità” che falsa la realtà in cui viviamo! Allora mi chiedo: dove sta la verità? L’incoerenza nei ragionamenti e nei comportamenti di chi cerca di condizionarlo socialmente e politicamente determina la coerenza del suo continuo inganno agente su ognuno di noi che, posseduti da un falso senso di libertà, non avvertiamo il tentativo esteriore che induce ad annullare la nostra personalità. Ciò mi ha portato a rileggere il libro Dialogo tra credenti e non credenti (2013) di Papa Francesco e di Eugenio Scalfari edito da “la Repubblica- Einaudi”, in seguito all’elezione del nuovo pontefice della Chiesa cattolica, e devo confessare che, scorrendo riga dopo riga le pagine di questo libro, l’entusiasmo, che cresceva sempre di più, e la personale sintonia con le idee di protagonisti di livello culturale indiscusso del nostro tempo (Mancuso, Navarro Vals, Veronesi, Prosperi, Bianchi, Veladiano, Julián Carrón, Ceronetti, Kung, Cacciari, Zagrebelsky, Boff e Fox), davano sostegno al mio modo di essere e a quello di interpretare la realtà attuale con la sua volgarità urlata da una parte e il suo timido silenzio avvilente dall’altra.

Ho maturato l’idea, attraverso questa appassionante lettura, che Francesco è un Papa “laico”, o meglio che il suo pensiero è pari a quello di un “laico”, forse il primo nella storia della Chiesa, e questa  “laicità” è dimostrata da suo modo di pensare, libero, schietto, audace, avulso da un dogmatismo fine a se stesso, tale da sostenere che la verità non è mai assoluta. Mentre leggevo, ho ripensato al pensiero relativistico del sofista Protagora, pensiero derivante dall’asserzione riportata da Platone nel Teeteto: L’uomo è la misura di tutte le cose di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono.  Da esso deriva la concezione che la realtà viene interpretata in modo differente da ogni individuo, in quanto avviene che quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io. Esiste, cioè, una serie di verità relative e soggettive per ogni individuo. Un tema universale questo che si coglie soprattutto nel pensiero di Pirandello quando nel romanzo  Uno, nessuno e centomila asserisce: Ma che colpa abbiamo se le parole sono vuote? E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto di intenderci; non ci siamo intesi affatto. Pensiero che, secondo la convinzione moderna, è determinato dal modo di essere della comunità a cui appartieniamo. Su questo tema Papa Francesco sostiene che “… io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità ‘assoluta’, nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione …  la verità è una relazione. Tant’è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé … in altri termini, la verità essendo in definitiva un tutt’uno con l’amore, richiede l’umiltà e l’apertura per essere cercata, accolta, espressa …”.

Ciò che mi ha colpito soprattutto da questo Dialogo tra credenti e non credenti, sono le risposte risolute, genuine, schiette, che ha dato alle domande di Eugenio Scalfari come risulta da quelle sotto riportate.

Alla domanda di Scalfari “Il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede?

Papa Francesco risponde “… la questione per chi non crede in Dio sta nell’obbedire alla propria coscienza. Ascoltare e obbedire a essa, significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire …”. Pensiero che coincide con quello del filosofo tedesco Immanuel Kant che asserisce che il cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi.

E su cosa pensa dell’essenza del mondo, anzi dell’universo, papa Francesco risponde “… io credo in Dio. Non in Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio. …” avvicinandosi così al pensiero del laico Scalfari che sostiene “… io credo nell’Essere, cioè nel tessuto dal quale sorgono le forme, gli Enti.”

Dove sta la differenza di questi due modi di interpretare la realtà, allora mi sono chiesto?

Ma Dio e Essere non potrebbero essere la stessa Entità! A riguardo non ha ragione, forse, il filosofo Norberto Bobbio quando afferma che “la vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa”, la differenza, cioè, tra il pensiero dogmatico, o non-pensiero, e il pensiero relativistico che si pone in modo dialettico verso la realtà? Differenza che si trova anche in La gaia scienza  (1882) di Friedrich Nietzche: Quei pensatori in cui tutte le stelle si muovono in orbite cicliche non sono i più profondi; chi scruta entro se stesso come in un immenso spazio cosmico e porta in sé vie lattee sa anche come siano irregolari tutte le vie lattee: esse conducono dentro al caos e al labirinto dell’esistenza.

Il teologo Vito Mancuso che interviene in questo “dialogo”, a riguardo, sostiene che gli scambi di idee tra Scalfari e il Papa Francesco “sono stati una lezione di laicità, una specie di ‘discordo sul metodo’  su come incamminarsi veramente senza riserve mentali lungo i sentieri del dialogo alla ricerca del bene comune e della verità sempre più grande …”, anche se la distinzione tra credenti e non credenti c’è e rimane indelebile.

Anche il professore Umberto Veronesi dà la sua interpretazione, da dotto scienziato qual era, al dialogo tra un credente e un non credente, cioè tra chi “crede in Dio e nell’uomo” e chi “crede non in Dio, ma nell’uomo”, da cui emerge che l’intersezione, cioè il punto di incontro tra queste due posizioni, è l’Uomo. “È quindi l’amore per l’uomo il punto di incontro tra Chiesa e laicità, ed è accanto all’uomo quel ‹‹ tratto di strada insieme ›› che il Papa invita i laici a fare. Sono quindi i diritti umani il terreno su cui si fonda la possibile intesa. …”. Ribadisco i diritti umani e l’aggettivo umani è riferito all’intera umanità perché  non esiste un Dio cattolico, esiste Dio! Una ricerca partecipata e continua, dunque, di chi crede e di chi non crede, della verità.

Da tutti i contributi più o meno ho colto anche una critica alla mancanza di dialogo che c’è oggi tra alcuni politici che gridano, urlano, disprezzano chi non è dalla loro parte, e ancor più che non si ascoltano e sovrappongono il proprio sproloquio a ciò che l’avversario  (anzi il nemico!) vorrebbe rispondere senza che costui abbia la possibilità di esprimere il proprio pensiero. Un discorso tra sordi, dunque. Implicitamente si coglie, dunque, un rimprovero a questa politica “urlata”, “opportunista”, “populista”, “sovranista” per intenderci, che vuole accaparrarsi il consenso della gente, colpendola indubbiamente soltanto nella sua sfera emozionale. Si intuisce anche il senso di questa politica attuale tesa a manovrare l’uomo come se fosse un burattino e ciò dimostra come la mancanza di dialettica derivi dal non-pensiero, cioè dal dogmatismo ottuso connesso con un’ignoranza dilagante che sfocia nell’arroganza e nella sopraffazione dell’uno sull’altro, homo homini lupus est come sosteneva il commediografo latino Plauto nel III secolo a.C. nella commedia Asinara.

Si colgono anche un grido di dolore e una sensazione di tormento per il potentato economico e finanziario nazionale e internazionale che, come un despota assoluto, rifuggendo dal salvaguardare l’uomo – inteso come cittadino del mondo -, nella sua sfera sentimentale, morale, materiale  ed esistenziale, tende a togliergli quel poco che possiede dando ai ricchi ciò di cui i ricchi non hanno bisogno. È di questi giorni la notizia che al mondo duemila persone detengono una ricchezza pari a quella posseduta da quattromiliardi e seicento milioni delle rimanenti persone che sono la maggioranza assoluta! Questo induce queste ultime ad avere continuamente bisogno delle cose essenziali, e questo continuo bisogno non le concede spazio e tempo per dare un po’ di svago alla propria vita e per accudire la propria famiglia. Le si riduce ampiamente lo spazio di libertà! Basta andare a vedere il recentissimo film di Ken Loach Sorry We Missed You (2019) per everne la prova! E allora senza libertà dal bisogno non può esserci nessun’altra libertà!

Francesco Giuliano

 


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Francesco Giuliano
Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).