Pannella, il ricordo di un uomo politico mai banale

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imageROMA – La politica italiana piange la scomparsa di Marco Pannella. Amato, contestato, ma sempre rispettato soprattutto dai suoi avversari, il leader radicale se ne va ad 86 anni.
Da tempo era malato di cancro, negli ultimi giorni le sue condizioni erano peggiorate e da ieri era ricoverato nell’ospedale Nostra Signora della Mercede di Roma.
Questo il ricordo che ne traccia Internazionale
“Sono nato nel segno del Toro, a Teramo, in Abruzzo. Mi chiamo Giacinto Marco, Giacinto come un mio zio sacerdote”, ha scritto di sé Marco Pannella. Era nato a Teramo il 2 maggio del 1930, il padre era italiano, la madre francese.

“Credo d’aver capito, già piccolissimo, che non ci può essere divorzio fra vita pubblica e vita privata,che i fatti della vita privata diventano occasione per fare politica e quindi vita”, ha scritto. Già negli anni dell’università è stato attivista di movimenti studenteschi di orientamento liberale.

Nel 1955 esce dal Partito liberale italiano e fonda il Partito radicale dei liberali e dei democratici insieme a Mario Pannunzio, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Eugenio Scalfari, Guido Calogero e Leo Valiani. Tra il 1959 e il 1963 è corrispondente da Parigi per Il Giorno. Nel 1967 a Bologna rilancia il Partito radicale, le cui attività erano state sospese nel 1963 per contrasti interni al partito.

Il 26 settembre del 1968 viene arrestato a Sofia, in Bulgaria, per aver distribuito volantini di condanna dell’invasione della Cecoslovacchia. Nel 1976 viene eletto per la prima volta al Parlamento.

Negli anni settanta è impegnato nelle campagne per i diritti civili, dal referendum per il divorzio a quello per l’aborto, all’obiezione di coscienza. Negli anni ottanta e novanta s’impegna in diverse battaglie politiche per il no al nucleare, per la laicità dello stato, per un sistema elettorale maggioritario, per la depenalizzazione delle droghe leggere, per una riforma della giustizia che prevedesse la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati, per i diritti dei detenuti, per l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti, per la la libertà della ricerca scientifica e per una nuova legge sul fine vita.

Convinto sostenitore della non violenza e della disobbedienza civile,ha condotto molte battaglie politiche attraverso gli scioperi della fame e della sete. Sul fronte internazionale si è schierato per anni contro la fame nel mondo, per l’abolizione della pena di morte e per il rafforzamento della giustizia internazionale.


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