“Il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro”.
E’ la motivazione con la quale medici, infermieri ed operatori sanitari entrano nel ristretto novero delle nomination al Premio Nobel per la Pace 2021.
Nei gironi scorsi la commissione selezionatrice di Oslo, dove viene assegnato il Nobel per la Pace (gli altri Nobel sono conferiti in Svezia), ha dato l’ok alla candidatura, che per la prima volta nella storia della manifestazione coinvolge il corpo sanitario di una nazione.
Un evento straordinario che va a gratificare l’impegno, la passione, lo spirito di sacrificio che ha accomunato indistintamente tutti gli uomini e le donne schierati in prima linea sul campo della sanità, in un periodo storico mai vissuto, gonfio di incertezze e precarietà.
Un appoggio alla candidatura italiana arriva dall’autorevole Lisa Clark, già premio Nobel per la Pace 2017, protagonista della campagna per la messa al bando delle armi nucleari:
“La sua abnegazione nell’ emergenza del 2020 è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario italiano non ha più pensato a se stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze”.
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