Sui social si rincorrono le voci. “È caduto il compagno Orso, combattente fiorentino”. Il ‘compagno Orso’ è Lorenzo Orsetti, nome di battaglia “Tekoser”, trentatrenne nato a Firenze che combatteva fianco a fianco con i curdi dell’YPG (unità di difesa del popolo curdo) contro il “fascismo dell’Isis”. Nell’ultima intervista a OndaRossa diceva che lo “Stato Islamico almeno ufficialmente” era “stato sconfitto”. Le ultime sacche di resistenza a Baghuz gli sono costate la vita per mano jihadista.
Aveva partecipato alla battaglia di Afrin, roccaforte di resistenza curda e delle forze democratiche siriane, schiacciata tra l’Isis e la Turchia. Ci era arrivato dopo un passato completamente diverso. Cucina e vino. Faceva il sommelier, il cuoco o il cameriere, diceva al Corriere della sera. 13 anni nella ristorazione poi sposa la causa curda. “Mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta più equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti. Poi è scoppiato il caos a Afrin e ho deciso di venire qui per aiutare la popolazione civile a difendersi”, dice all’edizione fiorentina del quotidiano.
Anche Orso aveva scelto una vita diversa, aveva scelto di combattere una giusta causa. Mi torna in mente Daniele Nardi, anche lui voleva conquistare la montagna più grande del mondo, perché diceva che bisognava lottare per un mondo migliore.
Daniele e Orso due giovani con lo stesso obiettivo:dare una speranza alle nuove generazioni, per cambiare il corso degli eventi, per avere un mondo di pace, di solidarietà, senza più odio, senza più guerre,un mondo più pulito.
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