Ora è mafia capitale ma pene meno severe per Buzzi e Carminati

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ROMA- La corte d’Appello di Roma ha condannato Salvatore Buzzi a 18 anni di carcere e Massimo Carminati a 14 nell’ambito del processo Mondo di Mezzo. È stato riconosciuto il reato di associazione mafiosa. La sentenza della corte d’Appello ribalta la decisione emessa dal giudice di primo grado che aveva escluso il reato descritto dal 416 bis del codice penale ma aveva condannato i due imputati rispettivamente a 19 a 20 anni di reclusioni.

Si tratta di una sentenza storica in cui sono state inflitte pene pesanti proprio per gli episodi di corruzione con condanne, in alcuni casi, superiori alle richieste della Procura.

La procura: “Riconosciuta la nostra tesi”

Il primo commento del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, in aula assieme al pm Luca Tescaroli in applicazione ai sostituti procuratori generali Antonio Sensale e Pietro Catalani: “Abbiamo sempre detto che le sentenze vanno rispettate. Lo abbiamo fatto in primo grado e lo faremo anche adesso. La corte d’appello ha deciso che l’associazione criminale che avevamo portato in giudizio era di stampo mafioso e utilizzava il metodo mafioso. Era una questione di diritto che evidentemente i giudici hanno ritenuto fondata”.

Raggi: “Confermato il sodalizio tra imprenditoria criminale e una parte della politica corrotta”

Presente in aula al momento della lettura anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Questa sentenza conferma la gravità di come il sodalizio tra imprenditoria criminale e una parte della politica corrotta abbia devastato Roma. Conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che bisogna tenere la barra dritta sulla legalità. È quello che stiamo facendo e continueremo a fare per questa città e i cittadini”, ha affermato.

L’avvocato di Carminati: “Dietro questa sentenza qualcosa di stravagante”

Per il difensore di Massimo Carminati, Giosuè Naso, la decisione della corte d’Appello è “una sorpresa”. Lo ha dichiarato subito dopo la pronuncia del giudice. “Se persino questo collegio, tra i migliori della Corte di Appello ha riconosciuto l’associazione di stampo mafioso, o io dopo 50 anni di professione non capisco più nulla di diritto, oppure dietro questa sentenza c’è qualcosa di stravagante. In questo Paese la magistratura mette bocca su tutto e si arroga il compito di moralizzare la società”.


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