Ha patteggiato la pena a sei anni e otto mesi, Pasquale Riccio, 44 anni, collaboratore di giustizia napoletano, accusato di complicità nell’omicidio del boss di camorra Gaetano Marino, ucciso a colpi di pistola sul lungomare di Terracina nell’ agosto del 2012. La sentenza arriva dalla Corte d’assise d’Appello di Roma e accoglie, di fatto, il patteggiamento concordato tra Procura e difesa dell’imputato. In primo grado Riccio era stato condannato a 10 anni di reclusione, dopo un processo celebrato con rito abbreviato che riconobbe all’imputato l’attenuante della collaborazione con la giustizia.
Il 23 agosto del 2012, Gaetano Marino, boss del clan degli scissionisti, era stato freddato, con alcuni colpi di arma da fuoco esplosi in pieno giorno, sul litorale di Terracina. Le successive indagini sull’omicidio portarono nel 2017 a diversi arresti eseguiti dalla squadra mobile di Latina e da quella di Roma. Il movente fu rintracciato proprio nella faida di Scampia.
Pasquale Riccio è ritenuto dall’accusa colui che aveva avuto l’incarico di attendere l’esecuzione dell’omicidio per poi “ripulire” l’abitazione utilizzata come base logistica e nascondere le armi.
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