CASSINO – Omicidio del piccolo Gabriel, spunta un super testimone che inchioda anche il padre. Ennesimo colpo di scena davvero inaspettato che infittisce sempre più di mistero l’omicidio del bambino di due anni soffocato dalla madre. Gabriel, come racconta il sito LiriTvsarebbe stato ucciso da un’altra parte ed il suo corpicino scaricato dal padre lungo la strada. E’ l’ ultima ipotesi investigativa che ha portato al fermo di Nicola Feroletopapà del bambino dopo che l’ altro ieri era stata fermata anche la madre.La procura della Repubblica di Cassino ha emesso in mattinata un comunicato dove annuncia l’inaspettata svolta investigativa: «A seguito di incessante attività investigativa gli inquirenti eseguivano il fermo disposto dal PM, che condivideva interamente il probante quadro accusatorio delineato nei confronti di Nicola Feroleto nato a Sant’Ambrogio sul Garigliano e residente a Villa Santa Lucia per l’omicidio del figlio Gabriel di 2 anni perpetrato in concorso con la madre del piccolo Donatella Di Bona sottoposta anch’essa ieri mattina a fermo».
Poche righe che racchiudono l’orrore che ha sconvolto Piedimonte San Germano, il piccolo comune della provincia di Frosinone. La scena del crimine sarebbe altrove, probabilmente nell’abitazione dove viveva Donatella Di Bona insieme a Gabriel ed alla nonna di quest’ultimo. L’esame delle celle telefoniche impegnate dal cellulare di Nicola Feroleto, lo collocherebbero insieme a Donatella e Gabriel. Anche l’ asse temporale della morte del bimbo di due anni andrebbe spostata di qualche ora indietro, come dovrebbero confermare anche i risultati dell’ autopsia che verrà effettuata oggi. Sembra inoltre che nel primo pomeriggio di giovedì scorso, quando la madre chiamò i carabinieri dicendo che il figlio era stato investito da un’ auto pirata, dal cellurare della donna sarebbe partita prima un telefonata al numeri dell’ex compagno, a cui probabilmente Donatella Di Bona ha chiesto aiuto chiedendole di aiutarla a nascondere l’orrore che poco prima aveva commesso.
Nicola Feroleto, durante un’ intervista rilasciata ai media era apparso frastornato, nonostante il suo racconto fosse molto meticoloso e dettagliato nel riferire i minimi particolari circonstanziando anche gli orari. Tanto dettagliato quanto mendace, perchè studiato a tavolino per depistare le indagini. Ad inchiodare il camionista di Frosinone e padre del bambino un testimone che giurerebbe di averlo visto aggirarsi intorno alla località Volla di già in tarda mattinata. Gli esperti del reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri esamineranno anche la casa di proprietà di Donatella dove si presume che l’ infanticidio sia maturato. La madre assassina è rinchiua nel carcere femminile di Rebibbia a Roma dove viene guardata a vista per paura di atti autolesionistici.
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