ROMA – “Condanna alla pena ritenuta di giustizia”. Questa la richiesta del Procuratore Generale presso il Tribunale dei Minorenni di Roma nel processo a carico di Osvaldo Vellozzi per rissa aggravata dalla morte del cugino Romeo Bondanese. Con 10 pagine di atto di appello, il sostituto procuratore presso la Procura dei Minorenni di Roma, dott.ssa Maria Perna, impugnò la sentenza del 18 maggio 2022, con cui il G.U.P. di Roma, dott.ssa Efisia Gaviano, accogliendo le richieste dei difensori del giovane Vellozzi, aveva assolto il ragazzo per non aver partecipato alla rissa.
Secondo il G.U.P., Vellozzi intervenne unicamente a difesa del cugino Romeo, nel tentativo di salvare la vita al cugino, aggredito la sera del 16 febbraio 2021 da un gruppo di ragazzi provenienti dalla provincia di Caserta. Di diverso avviso il Pubblico Ministero, che decise di interporre appello avverso la sentenza assolutoria, lamentando la contradditorietà e la illogicità della sentenza di primo grado.
Dopo un primo rinvio, stamane si è tenuta l’udienza di discussione dinanzi la Corte d’Appello di Roma. Il Procuratore Generale ha insistito per l’accoglimento dei motivi di appello e la riforma della sentenza assolutoria, chiedendo di condannare il Vellozzi alla pena ritenuta di giustizia. Di avviso diametralmente opposto i difensori dell’imputato, gli avvocati Vincenzo Macari e Matteo Macari, i quali hanno ricostruito la drammatica dinamica dei fatti sulla base delle numerosissime testimonianze acquisti dagli uomini del commissariato di P.S. di Formia nel corso delle indagini.
Dopo due ore di camera di consiglio, la Corte d’Appello di Roma (presidente Pagliari, a latere Triocca e relatrice Giarrusso) ha dato lettura della sentenza, rigettando l’appello del Pubblico Ministero e confermando la sentenza assolutoria di primo grado del G.U.P. Adesso bisognerà attendere 60 giorni per leggere le motivazioni.
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