PECHINO – Nuovo virus scoperto in Cina: è partito dai maiali. L’allarme dell’Oms: «Serio rischio di una nuova pandemia»Un virus simile a quello dell’influenza H1N1, responsabile dell’epidemia del 2009, è stato scoperto in Cina nei maiali. Il virus, secondo le prime informazioni, utilizzerebbe l’organismo di questi animali per modificarsi e potrebbe anche aggredire l’uomo. Secondo i ricercatori cinesi, impegnati in un progetto di sorveglianza dei nuovi virus, sarebbe “potenzialmente pandemico”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha reso noto che “leggerà con molta attenzione” lo studio cinese su questo nuovo virus influenzale.
Il nuovo virus influenzale scoperto in Cina “ha potenziale pandemico. Questo vuol dire che, se passasse in maniera massiva all’uomo, troverebbe un’umanità scoperta. Non abbiamo anticorpi contro questo virus. Serve agire subito per trovare un vaccino o dei farmaci”.
Lo ha spiegato all’Adnkronos Salute Giorgio Palù, già presidente delle società italiana ed europea di virologia, commentando lo studio che ha permesso di identificare il nuovo virus suino – G4 EA H1N1 – in un allevamento di maiali cinese, e spiegando i 5 elementi emersi dalla ricerca che fanno di questo patogeno un serio pericolo pandemico contro il quale è necessario agire subito.
In primo luogo, dice Palù, il nuovo virus “riconosce il recettore umano, è in grado di infettare le cellule umane e infetta anche il furetto, modello di trasmissione all’uomo: sappiamo da 90 anni che i virus che infettano il furetto sono in grado di infettare anche l’uomo”.
Ma c’è di più. “I ricercatori hanno anche trovato che alcune persone che badavano all’allevamento dei maiali studiato – sottolinea ancora l’esperto – hanno sviluppato anticorpi contro questo nuovo virus. Il che significa che è già passato all’uomo”. Ultimo elemento importante “è che gli anticorpi H1N1 del virus pandemico del 2009 non riconoscono questo nuovo virus. E quindi non sono in grado di neutralizzarlo”.
Gli attuali vaccini antinfluenzali non sembrano proteggere contro questo virus, sebbene possano essere adattati per farlo, se necessario. Kin-Chow Chang, che lavora alla Nottingham University nel Regno Unito, ha detto alla ‘Bbc’ online che “in questo momento siamo distratti dal coronavirus, e giustamente. Ma non dobbiamo perdere di vista nuovi virus potenzialmente pericolosi”. Se questo patogeno non è un problema immediato, secondo l’esperto comunque “non dovremmo ignorarlo”.
Secondo James Wood, a capo del Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Cambridge, questo studio “arriva come un promemoria salutare” del fatto che siamo costantemente a rischio di nuovi agenti patogeni e che gli animali da allevamento, con i quali gli esseri umani hanno un contatto maggiore rispetto alla fauna selvatica, possono veicolare questi microrganismi.
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