LATINA – Nuova discarica? Di Cocco (Fdi): «Non assoggetteranno ulteriormente alla schiavitù e alla servitù, per negligenza di LBC, il nostro territorio già devastato dalla monnezza»
La Giunta regionale ha pubblicato nelle scorse ore le linee guida del Piano dei rifiuti.
Il documento opera su un ambito regionale. Ciò che da subito salta all’occhio, vista la pessima gestione dei rifiuti nella capitale, è come venga chiesto alla città di Roma Capitale di individuare un’area per una discarica di servizio, indispensabile a chiudere il ciclo.
ll Piano rifiuti regionale mira a raggiungere il 70% di raccolta differenziata nel Lazio entro il 2025, con politiche attive e nuovi investimenti al fine di ridurre la produzione di rifiuti. Proseguendo la lettura, emerge poi che, in base alle volumetrie attualmente disponibili, alle esigenze di smaltimento dei vari Ato e all’insufficienza di alcuni di essi, già dall’anno 2020, si produrrà un’emergenza nell’intera Regione in caso di mancata autorizzazioni di nuove volumetrie e nuovi impianti.
Ecco il serio rischio per Latina: vedere sgorgare, come il petrolio da un pozzo, ciò che a marzo del passato anno
avevamo denunciato.
Il Comune di Latina a marzo del 2018, con una mossa ancora oggi senza spiegazioni plausibili, aveva infatti preferito perdere il controllo della società Ecoambiente, quella che gestisce la discarica di Borgo Montello, per lasciare che essa terminasse completamente in mano privata.
Ed oggi in virtù di questo nuovo piano regionale, è serio il rischio che la nuova proprietà chieda l’opportunità di ampliare la discarica.
Ricordiamo sempre come nel 2018 lanciammo l’allarme, criticando l’amministrazione guidata da Coletta per la scelta di mandare in fallimento la Latina Ambiente, e come tale opzione, a nostro giudizio, avrebbe esposto a serio rischio il nostro territorio.
Una scelta azzardata quella dell’Assessorato all’Ambiente, che negava allora che potesse realmente configurarsi questo nuovo e tragico scenario. A questo punto, se confermate le indiscrezioni, chiediamo se questa condotta
sia da imputarsi ‘semplicemente’ come azione non valutata, a testimonianza dell’ennesima amnesia comunale, oppure essa sia una scelta politica consapevole. Se fosse vera la seconda ipotesi, sarebbe a nostro avviso giusto
che i cittadini sappiano come si stia agendo in Piazza del Popolo. Ecoambiente gestisce e gestiva gli invasi S0, S1, S2 e S3 della discarica di Borgo Montello; con il fallimento di Latina Ambiente, la curatela fallimentare aveva prima disposto la vendita della stessa discarica, con diritto di prelazione alla parte privata. Una volta andato a vuoto quel tentativo, ci si è indirizzati verso l’asta del 51% della società che era di Latina Ambiente, e il Comune, invece di mantenere le quote e quindi una sorta di controllo sulla discarica, capitolò in favore del privato.
Ricordiamo anche che nuovamente, nel 2016, la conferenza dei Sindaci aveva approvato un emendamento unico al Piano provinciale dei rifiuti, redatto dalla Provincia.
Allo stesso Piano vennero presentati degli emendamenti, dai Comuni di Latina (otto), Aprilia (tre) e Cori (uno), che poi sono confluiti in un unico documento approvato all’unanimità dall’Assemblea.
Tale emendamento riguardava essenzialmente il numero e la tipologia degli installi in cui erano privilegiati nuovi impianti di proprietà pubblica e la salvaguardia dei territori interessati da eccellenze agricole, sorgenti e usi
civici.
Contrariando ai principi di tale documento, Coletta si sottomise di fatto al privato.
Lo stesso Sen. Gasparri, presentò qualche settimana prima un’interrogazione rivolta ai ministri dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, dell’Interno, della Giustizia e per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione.
Agli esponenti del Governo sollevo dei dubbi per la scelta dell’Amministrazione comunale di Latina di istituire l’azienda speciale per il settore dei rifiuti (ABC) visto che lo stesso Comune era appunto proprietario al 51% delle quote dalla fallita Latina Ambiente, società che gestiva la discarica di Borgo Montello in cui si conferivano i rifiuti
della città di Latina.
Chiedemmo lumi al sindaco Coletta, che qualche settimana prima aveva bollato come deliranti i sospetti avanzati dal senatore Maurizio Gasparri: beh, ci domandiamo chi è che è scosso da deliri oggi?
Ed ancora chiediamo: ci voleva tanto a capire se un privato, che investe importanti finanze, non lo fa con intenzione di piantare fiorellini e piante nella discarica?
Non vorremmo pensare (ma sicuramente sbagliamo) che qualcuno già allora fosse ben cosciente del profilarsi di tale scenario e, in virtù delle novità odierne, visti gli innumerevoli problemi di Roma, sfruttando poi il decreto regionale 199/2016 che autorizzava le riaperture dei siti esistenti in caso di emergenza come ad esempio Montello, un giorno avrebbe potuto riaprire i battenti della discarica, con un aumento della portata del conferimento e futura probabile concessione di un ulteriore milione di metri cubi di un nuovo invaso?
A questo aggiungiamo l’autorizzazione già in essere che consente alla Ecoambiente di realizzare un polo composito di un impianto di trattamento biologico e un impianto per la valorizzazione della frazione organica raccolta in modo differenziato per la produzione di compost.
Quindi, sempre se confermato quanto presentato, è inutile nasconderci: questo si chiama legittimamente “business” dei rifiuti.
Latina condannata ad ospitare l’immondizia di Roma?
Gestione invasi e gestione polo impiantistico assoggetteranno ulteriormente alla schiavitù e alla servitù un territorio già devastato, vale a dire un territorio completamente vessato alla monnezza?
Presenteremo interrogazione a
breve tramite i consiglieri di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, per
essere portati a conoscenza di cosa stia realmente accadendo, per tutelare e difendere quei territori che già hanno dato in termini di servitù, e che in cambio non hanno assolutamente avuto nulla.
Gianluca Di Cocco
Portavoce Fratelli d’Italia Latina
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