Stiamo alle battute finali prima del voto di domenica prossima e un piccolo resoconto di quello che ho vissuto in campagna elettorale lo vorrei esprimere senza infingimenti o posizione politica di parte.
I cittadini devono sapere che un’elezione amministrativa, in altre parole il momento del rinnovo del consiglio comunale e del sindaco è differente dalle altre chiamate alle urne.
Quella locale è una competizione difficile perché si devono portare all’attenzione degli elettori non solo le motivazioni che hanno determinato la scelta di candidarsi al governo della città, ma anche dichiarare il programma amministrativo che sia fattibile, anche rispetto alle condizioni economiche che attraversa l’Ente e più in senso lato di quelli sovracomunali ai quali richiedere eventuali e possibili finanziamenti per le opere pubbliche che si vorrebbe realizzare.
La lista Sì Cambia, che è a sostegno del candidato a sindaco Gianluca Corradini, un programma vero l’ha espresso: 10 punti 10 credibili, fattibili e realizzabili con il solo lavoro di chi l’impegno amministrativo lo vuole conferire esclusivamente in favore della città.
C’è anche una postilla a tergo dell’impegno sottoscritto con gli elettori e recita: “Se i cittadini ci chiameranno ad amministrarli i 10 punti programmati e se questi non saranno portati a termine non ci presenteremo ad altra elezione”.
Su questo tema non ho sentito o letto da altre forze politiche la sottoscrizione di un impegno del genere. Ma tant’è!
“QUELLI DEL GOMBLOTTO PERENNE”
Ho invece sentito e letto, soprattutto da soggetti della nostra ex parte politica, una marea di mistificazioni: sulle persone e su quanto (non) realizzato negli ultimi tempi in favore di Terracina.
Non ricordo una campagna elettorale argomentata con un altissimo concentrato di volgari mezze verità … possibili verità … amene verità.
Senza poi il soccorso di una prova VERA di quanto promozionato in giro per il territorio comunale terracinese.
Del resto è facile riscontare il tutto con un dato incontrovertibile della loro anemica azione politica – elettorale ricordando lo slogan “Terracina ai Terracinesi”, oppure la VERITA’ VERA di non voler far mettere le “mani” sulla città ai non terracinesi, o all’ostracismo antidemocratico e intellettuale di voler un governo di soli nativi, che è poi l’anticamera verso un isolamento devastante per Terracina e i suoi interessi pubblici nel contesto Istituzionale: provinciale, regionale, nazionale e europeo.
I continui richiami al “Gomblotto” totale globale come la “frittura di Caccamo”, con il passare dei giorni è diventato uno stucchevole ritornello senza né capo né coda che neanche gli ideatori della prima ora credono veramente.
Ma quello che è brutto in questa storia è che gli ex e i loro ciechi sostenitori non si sono accorti del danno che queste idee malsane hanno comportato nel giudizio dei cittadini.
La storia, quella vera, evidentemente non gli ha insegnato nulla e gli errori di ieri sono quelli che oggi vorrebbero far perpetrare al cittadino, pur di raccattare qualche consenso in più.
Su questo versante è stata una campagna elettorale miserevole piena di presunti “Gomblotti” e angherie subite dai terracinesi nel corso dei decenni da alcuni rappresentanti delle Istituzioni, mai coinvolti direttamente nel difendere gli interessi dei terracinesi.
Anzi, quando questi (Cusani e Fazzone) hanno dovuto scegliere quello che consideravano la migliore risorsa del centro – destra terracinese per governare il Paese hanno scelto proprio Nicola Procaccini.
Che ha accettato in toto i voti, le linee politiche e amministrative dei presunti non terracinesi per congiurare subito dopo (Procaccini) con il “nemico” giurato … Sciscione.
Ed è stato, infatti, chiaro a tutti che il ridicolo accordo era finalizzato all’interesse dei terracinesi.
Ma non vi sembra comico tutto ciò?
Gina Cetrone
Lista civica Sì Cambia
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