“Non è una vera palladiana”

Parla il geometra Marcello Paffetti, domani conferenza stampa indetta da Salvetti

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Sulla destra in una bella foto insieme al cabarettista Paolo Migone

LIVORNO – Con il geometra Marcello Paffetti dell’Associazione Culturale il Pentagono, siamo andati ad ascoltare un parere tecnico sulle polemiche in corso riguardo alla pavimentazione di Piazza Grande, vicenda che vedrà un ulteriore pagina, questa volta istituzionale, con la conferenza stampa in merito indetta da Salvetti per domattina a Palazzo Comunale. Paffetti è un imprenditore livornese e presidente dell’Associazione Culturale di cui fa parte, e vanta un’esperienza apprezzata e condivisa come studioso della storia e dell’architettura livornese, in primis della ricostruzione post bellica ed è autore di recente di un interessante studio con le targhe in ceramica affisse sull’antica via Dei Greci, oggi via della Madonna.

“Vi erano cose giuste nel progetto originario della ditta fiorentina – attacca il geometra, con le tematiche a colori, la pavimentazione in malta, le piazze tematiche Guerrazzi e Colonnella dedicate alle donne e ai pittori livornesi mentre quello che abbiamo visto di recente è una pavimentazione di lastre di cemento e resina che non sono una vera palladiana. La palladiana è una testimonianza storica della ricostruzione post bellica e deve essere preservata”. Testimonianze storiche e altri esempi, Paffetti cita anche via Roma a Torino, in tutto e per tutto simile a via Grande ma costruita nel ventennio fascista e pavimentata in marmo ancora oggi dopo essere stata rifatta, progettata dallo stesso architetto romano Marcello Piacentini, che disegnò un’altra via Grande prima della guerra, più larga e mai realizzata, in virtù di questa con molte più demolizioni di edifici storici a seguito dei bombardamenti. Memorie storiche di diversi luoghi e periodi storici, lo sguardo del geometra Paffetti si allarga e va ad abbracciare tutto il centro storico ricostruito livornese, Palazzo Grande compreso: “Il Piano Regolatore firmato da Piacentini nel 1942,è quello della via Grande che conosciamo oggi. L’architettura moderna a mio parere a Livorno è incompresa e sottovalutata, come il Palazzo Grande che avrebbe dovuto essere una galleria commerciale come quelle di Milano e Napoli anche per i livornesi, che però non l’hanno mai capito. Le imprese private invece di un grande ingresso centrale, hanno aperto gli ingressi solo ai due lati dell’edificio”. “Tornando su via Grande – chiude – mi preme ricordare anche l’assenza delle lanterne in metallo tolte per per pericolo di stabilità quando le stesse e della stessa epoca del Palazzo Grande non sono state mai tolte senza nessuno che sappia il perché. Per la pavimentazione servirebbe quanto meno una nuova palladiana tradizionale, quando fu costruita all’epoca, la ditta che la costruì inserì anche il nome sul piastrellato e il numero di telefono. Erano altri tempi e si lavorava diversamente”.


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