LATINA -Questa bojata pazzesca- l’ennesima- partorita dal simpatico ex bibitaro del San Paolo Giggino Di Maio sui negozi che devono rimanere chiusi la domenica ha tutto il sapore, per il nostro palato un poco vomitevole, di una bella trovata catto-comunista.
Un impasto di buonismo ed umanitarismo da strapazzo, generici appelli contro un presunto sfruttamento dei lavoratori ed altre sciocchezze di tal fatta.
I cinquestelle, tuttavia, non sorprendono. Con la decrescita felice ci sono nati e quindi al posto dell’Ilva- la più grande industria siderurgica d’Europa- Grillo desiderava un parco giochi, e poi daje alla caccia al politico puzzone, al pensionato d’oro, a chiunque cioè abbia il merito ed anche la fortuna di avere due lire in tasca.
Con l’ultima genialata, quella dei negozi chiusi la domenica, si stima già che andrebbero dispersi centinaia di posti di lavoro. Cosa volete che freghi a Di Maio che dalla propria disoccupazione ha costruito la sua fortuna, buttandosi in politica così da avere un super stipendio e chissene delle competenze?
Personalmente, l’idea di passare la domenica in un supermercato a comprare cose mediocri, mal fatte e sotto costo mi deprime a tal punto che opterei per sprofondare da una rupe delle alture lepine.
Sarò forse un po’ aristocratico, o radical chic che dir si voglia, e pure al posto del panino del Mac io preferisco una coda alla vaccinara all’enoteca Cul de Sac di Roma, oppure un dolce di Babignton’s o uno spaghetto ghiacciato alle ostriche di Graziano Bernini, qui a Latina, nella sua benemerita Enoteca dell’orologio.
Rinchiudermi la domenica in un non luogo come un qualsiasi super mercato mi destabilizza nell’intimo del mio essere umano. Meglio , e di gran lunga, una mostra o una scampagnata nel più remoto dei borghi d’Italia. Lì sì che il tempo acquista una dimensione, una forma e pure una sostanza. Monte Castello di Vibio, per esempio, in Umbria là dove c’è il teatro più piccolo del mondo. Civita di Bagnoregio, proclamata patrimonio dell’Unesco. E poi ancora Sutri, splendida cittadina della Tuscia amministrata dal mio amico Vittorio Sgarbi che sabato 15 Settembre porterà un inedito Pellizza da Volpedo. Santo Stefano di Sessanio, vicino l’Aquila, un antico castrum recuperato dalle tenebre alla luce e trasformato in uno splendido albergo diffuso.
Potrei continuare all’infinito citando luoghi, occasioni, paesaggi,musei,negozi,ristoranti il cui solo sfiorarli varrebbe mille e cento volte il mettere piede in un orrido centro commerciale.
Tuttavia, è il mercato bellezza. I miei gusti e la mia sensibilità, la mia cultura non devono in alcun modo condizionare quella degli altri. Perciò se tu, amico o amica lettore\lettrice, scegli di passare il tuo tempo libero in fast food o in catene d’elettrodomestici, chi sono io per giudicare?
Lo Stato non si occupi dell’orario di apertura o chiusura dei negozi. Consenta, invece, ad un ragazzo che volesse tirare su un’attività di poterlo fare senza rimanere intrappolato nelle sabbie mobili della burocrazia e dei codicilli e dei balzelli. Libertà, libertà di alzare o di abbassare una saracinesca quando l’esercente ne abbia voglia o bisogno.
Lo Stato non faccia la morale, piuttosto semplifichi la vita dei suoi cittadini.
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