MUSICA DIVINA, MUSICA DIABOLICA
La Scala ci ha regalato un albero di Natale sontuoso, con mille luci e mille voci stupende, una scenografia e regia (D. Livermore) di grande effetto spettacolare non disgiunto da raffinata sapienza artistica e culturale, senso del popolare al miglior livello. Sempre calzante il raisonneur di Massimo Popolizio e la prestazione di Laura Marinoni; straordinari i cantanti-interpreti tra cui Alagna (un toccante E lucean le stelle), il grande, intramontabile P. Domingo, tutti gli altri, belle le citazioni (Cinecittà, Gelsomina e Zampanò da antologia). Un florilegio per tutte le stagioni, una “Primavera” e “Nascita di Venere” botticelliane per l’incantesimo, i colori, i suoni, gli effetti speciali davvero non per difetto o per eccesso ma per e con arte, gran gusto comprese le fantasmagoriche “saette” luminescenti e tecnologiche che hanno incorniciato e avvolto l’ efebico e sempre notevole R. Bolle. Congruente la postilla dello stesso regista Livermore a conclusione dello spettacolo sul valore e significato della cultura e della musica, bene salvifico e balsamico: se quest’Italia ne capisse e percepisse il senso e il “suono”! Ancora una volta la Scala come San Pietro a Roma sono là a rappresentare e ricordare che l’Italia è il paese dell’arte, della musica e della poesia, purtroppo reso bastardo suo malgrado dai vandali o barbari unni e visigoti della politica, una politica a dir poco apocalittica, dissennata e assai stonata. Che da anni suona e propaga una musica perversa, volgare, odiosa strimpellata da esecutori e cantanti che ragliano, ruttano, vomitano acide e indigeste scorie siano i masticatori Salvini o Meloni, ancor peggio Renzi. I quali hanno superato da un pezzo ogni limite consentito, soprattutto per i messaggi o le subdole lezioni lanciate ai giovani e al cosiddetto popolo grasso, messaggi pericolosi assai, distruttivi e letali per la democrazia e la formazione degli stessi giovani. Una cattiva musica la loro, davvero stonata e dissonante, non esiterei a dire diabolica dunque velenosa e venefica. Incredibile a dirsi la nota più stonata, offensiva e stridula per orecchie dabbene
è quella dell’ inqualificabile Renzi: se mi chiedessero chi dei due tra lui e Salvini scaraventerei dalla torre, per onestà politica e altro non esiterei a optare per Renzi! Il discorso è semplice: Salvini, nel suo dichiarato fascismo, lo fronteggi a viso aperto, Renzi nella sua bieca doppiezza, subdola e perversa ambiguità lo devi parare con lo scudo e la scimitarra! Una ragione di più per dire ancora Grazie alla Scala per averci regalato un pomeriggio colmo di musica divina! (gimaul)

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