Conosco Milva da diversi anni, dal tempo che iniziai a frequentare il Piccolo di Milano. E’ lì che scoprii la Milva autorevole attrice e interprete di Brecht,prima, dei recitali con Strehler,poi, nella mitica “Opera da tre soldi” nel personaggio di una strepitosa Jenny delle spelonche. Una Milva inedita per il grande pubblico, dico quello di San Remo e dintorni che,comunque, fu sorpreso dalle sue performance nel varietà televisivo “Palcoscenico”(di gran qualità), dove cantò “NewYork New York” e “Memory”da all’altezza della Minnelli e Streisand. L’invitai a Latina (5 marzo 1985) per l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Magistrale “A.Manzoni” voluta dall’allora ottimo sindaco Nino Corona, che mi chiese una proposta culturale per la città (era il mio primo anno di presidenza in loco dopo Merano). Serata memorabile, lei felicemente stupita tanto che,il giorno successivo, ospite di Pippo Baudo a “Domenica in”,disse che la sera precedente era stata in una scuola,a Latina, dove c’era un preside “loco” (folle) che l’aveva invitata etc. (reduce dal concerto-recital con A.Piazzolla, El Tango,in cui cantava “Balada para un loco”).Da allora abbiamo mantenuto dei contatti benché sporadici.Nonostante il mio culto per Mina, lei, Milva, dopo averla conosciuta,l’ho sempre avuta nel cuore. Persona generosa, intellettualmente e politicamente impegnata: Milva la rossa non proprio come Rosa la rossa (la Luxemburg)? Non esattamente anche se con le sue “Canzoni per la libertà”, il suo Brecht pure lei ha fatto della buona politica grazie anche ai suoi Maestri (Brecht e Strehler). Milva, espressione autenticamente popolare di un’Italia oggi sparita, uno spirito gagliardo e garibaldino.Un’interprete raffinata e dotata di opere importanti quali “La cantata del fantoccio lusitano”(P.Weiss), “I sette peccati capitali dei piccoli borghesi”(Brecht-Weill), a Santa Cecilia, con l’orchestra diretta dal maestro M.Panni,e ancora “La vera storia” di L.Berio, testi di I. Calvino, diretta dallo stesso Berio (prima alla Scala, poi a Santa Cecilia). Parliamo di un’ artista e un’interprete a tutto tondo, a livello internazionale, che il grande pubblico,purtroppo, ha presente precipuamente come quella del “Mare nel cassetto”,al massimo di “Milva la rossa” (testi di Battiato). Bocciata sonoramente e regolarmente al festival della canzone dove presentò-cantò “Uomini addosso”, un testo audace e squisitamente brechtiano,figurarsi la giuria e il pubblico! Oggi, a ottant’anni appena compiuti, può essere fiera di aver cantato ogni genere,soprattutto, di aver cantato a gola spiegata la libertà oltre che un encomiabile mestiere di vivere. Auguri, “vecchia mia”, con affetto e autoironia,per il tuo compleanno ti canto(?!):: “Ricordi tu quel tempo che fuggì/ quando eravamo amici tu e io/ e quando a soldi eravamo un pò nei guai/ tu mi dicevi: come non lo sai?/ Della camicia a meno si fa……”(B.Brecht, Tango Ballade, Opera da tre soldi) (gmaul)


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