CISTERNA – Una rimodulazione volta a favorire le fasce di reddito medio basse, quelle entro cui rientrano la gran parte degli alunni che fruiscono della mensa scolastica.
La nuova deliberazione delle tariffe per il servizio scolastico che entreranno in vigore a partire dal prossimo settembre, infatti, ha quasi completamente ridisegnato le fasce di reddito.
E’ dunque improprio un confronto diretto tra il costo delle fasce dello scorso anno con quelle del prossimo in quanto tengono conto di redditi diversi e, ai più distratti, potrebbe risultare un aumento sproporzionato del costo del servizio.
Nonostante questo comporti un grosso sforzo economico solo in minima parte coperto da quanto versato dai fruitori, l’Amministrazione comunale garantisce la mensa scolastica cercando di ottimizzare i costi in modo da renderli quanto più aderenti all’effettiva situazione reddituale delle famiglie degli studenti.
Pertanto, sono state unificate la prima e la seconda fascia portando la soglia di reddito ISEE a 5mila euro. Il costo del servizio per la fascia da 3 a 5mila euro è diminuita di 50 centesimi a pasto, mentre per la fascia da 5 a 10 mila euro – quella più numerosa – è diminuito di 1 euro.
Diminuita di 50 centesimi anche la fascia da 10 a 15mila euro di reddito passando da 3,50 a 3,00 euro. Resta invariata a 4,00 euro la tariffa per la fascia di reddito da 15 a 20 mila euro.
La novità è l’introduzione di una fascia comprendente dai 20mila euro in su (senza la differenziazione tra residenti e non) che stabilisce la tariffa a 5,00 euro.
In conclusione le tariffe sono state in gran parte ridotte con due sole eccezioni: i redditi al di sotto dei 3mila euro (entro cui si contano pochissimi iscritti e si potrebbe ipotizzare l’evasione fiscale), i redditi dai 20mila euro in su ai quali, godendo di una migliore situazione economica, si chiede di poter favorire coloro che versano in una situazione più precaria.
“La questione del servizio di mensa scolastica – commenta l’assessore alla Pubblica Istruzione, Teseo Cera – è di non facile approccio e soluzione. Da un lato non possiamo gravare così pesantemente sul bilancio comunale in favore di pochi, dall’altro la precisa scelta di questa amministrazione di non voler sopprimere servizi alle scuole. Di fronte a questo dilemma abbiamo inteso rendere le tariffe più eque a quelle che sono le reali condizioni economiche degli utenti cercando di favorire le fasce in cui rientrano il maggior numero di alunni e chiedendo uno sforzo in più a coloro che fortunatamente registrano un reddito più alto. L’altro incremento riguarda la ristrettissima fascia di reddito al di sotto dei 3mila euro l’anno per la quale abbiamo avuto in passato critiche per agevolare situazioni di sospetta evasione fiscale.
Certamente una piccola rivoluzione volta ad andare incontro alle esigenze dei cittadini e che avrò modo di chiarire meglio in un incontro con i genitori degli alunni, previsto per la prossima settimana”.
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