LATINA – Matteo Adinolfi (Lega) verso il Parlamento Europeo: «L’Ue mai più matrigna con l’Italia. In Europa porterò la voce di questa Provincia». Matteo Adinolfi, dottore commercialista, viene eletto la prima volta in Consiglio Comunale nel 1997, nelle file di Alleanza Nazionale, che allora sosteneva il Sindaco Ajmone Finestra. Si appresta a compiere forse la più complessa campagna elettorale della sua Vita, quella per il Parlamento Europeo. Contraddistinto da una militanza mai rinnegata per i valori della destra politica, Adinolfi è un pianeta che gira veloce velocissimo intorno al Sole che, manco a dirlo, è Matteo Salvini.

Adinolfi, il 26 maggio si voterà per rinnovare il Parlamento Europeo. Lei è candidato nella lista della Lega. Cosa l’ha spinta ad accettare questa sfida?

E’ dal 2016 che il mio impegno è rivolto alla crescita della Lega. Mi candidai con l’embrione del progetto nazionale di Salvini, la lista Noi Con Salvini, appunto, e son stato eletto. Questa candidatura, alla luce del mio ruolo di Coordinatore Provinciale del partito, è un riconoscimento per l’intera Lega pontina. Sarò sincero, la mia candidatura non era nei programmi. E’ stato Salvini a dettare i criteri per la composizione delle liste: militanza ed esperienza amministrativa. Poi, è la base ad aver fatto il resto. La mia candidatura non esisterebbe senza l’impegno di 50 amministratori leghisti e tutti i nostri elettori.

Così com’è, l’Europa non funziona e non risponde neanche ai desiderata dei suoi padri fondatori. Cosa farà la Lega a Bruxelles per cambiare l’Unione?

Innanzitutto gli eurodeputati della Lega passeranno da 6 ad un numero assai superiore. Avremo, insieme ai nostri alleati degli altri Stati membri, la possibilità di incidere direttamente sul funzionamento e sulle politiche del Parlamento. L’Europa deve farsi vicina alle esigenze dei cittadini, della gente comune. Basta con le direttive comunitarie contro i nostri agricoltori e, più in generale, contro chi tutte le mattine lavora per la crescita del Paese. L’Unione non sia matrigna con l’Italia, a cui deve molto. Poi, certo, dovremo lavorare insieme agli amministratori locali, perché intercettare i finanziamenti europei, nello scenario attuale, è essenziale.

La prima cosa che farebbe per Latina, la sua città, in Europa?

Un ufficio Europa non solo a Latina, ma in ogni comune della Provincia. Non dimenticherò mai che, se sarò eletto a Bruxelles, lo dovrò ai cittadini di questa straordinaria Provincia. Non saranno mai soli. Infrastrutture, finanziamenti, sono decenni che Latina è immobile. Dobbiamo farla ripartire!

La Lega, specialmente a Latina, si considera l’erede di Alleanza Nazionale, di quel tipo di destra?

No, la Lega rimane sempre la Lega. Certo, hanno aderito al partito donne e uomini provenienti da diverse esperienze politiche. C’è una forte componente di ex An, fra cui anche io. Sono amici con cui condivido anni intensi di militanza politica ma la forza delle Lega sono le diverse sensibilità.

Io, poi, sono il Coordinatore Provinciale, devo fare la sintesi e, in questi due anni al timone del partito, penso di esserci riuscito.


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