Personaggio talvolta schivo e riservato, Massimo Zichi non ha fatto mai mancare il suo apporto allo sport di latina. Non posso dimenticare un amico di sempre come Massimo. Ha ricoperto la carica di governatore del Panathlon Club International al quale appartengo da 22 anni. Massimo si è impegnato anche in politica. Alle elezioni del 1985 per l’elezione del Consiglio Comunale di Latina si presentò sotto le insegne della Democrazia Cristiana. Faceva parte della corrente di Bartolo Ciccardini, deputato marchigiano con consensi elettorali a Roma, che rivestiva l’incarico di responsabile della Spes, l’ufficio stampa e propaganda del partito. Zichi non fu eletto per una manciata di voti: non volle far stampare sui “bigliettini” la sua foto, abbinandola così al nome e cognome. In molti – a elezione conclusa – gli dissero: “Se avesse fatto così ce l’avrebbe fatta”. Tanti suoi conoscenti lo avrebbero votato. A quei tempi la campagna elettorale non era così “scientifica” come oggi.
Una vita nel sindacato. Da cattolico popolare, Massimo ha sempre militato nella Cisl bancari, battendosi per la categoria insieme a Nando Donatacci – il cassiere storico del Monte dei Paschi di Siena – esponente della CGIL, comunista sin dalla nascita. Sono sempre stati in ottimi rapporti, anche su posizioni diverse. Lo sport ha appassionato Zichi fin da piccolo, in particolare calcio e pallacanestro, le due discipline più praticate in città. Seguiva da tifoso le vicende dell’Ab Latina degli anni Settanta, dalla tribunetta dietro la panchina dei nerazzurri di Marinelli, tifando a squarciagola ma mai intromettendosi in questioni tecniche. La Virtus nel 1985 lo nominò presidente onorario su iniziativa mia e del co-presidente Pierino Duprè che lo invitò a cena da Giovannino a Foceverde e lo “incastrò”. Per prima cosa, visto che eravamo perennemente in bolletta, ci fece ottenere un prestito dal Monte dei Paschi. Organizzammo una trasferta in serie C a Brindisi come non avevamo mai fatto: viaggio in treno rapido, hotel a 4 stelle, tutto secondo i crismi e, naturalmente, vincemmo. Il fratello Mario era molto legato a Massimo. Era un commercialista tra i più stimati, cresciuto professionalmente a Milano alla scuola di Italo Folino, suo cognato ed amico. Mario è stato il consulente di aziende importanti, scrupoloso e attento come il fratello maggiore che quando guarda qualsiasi incartamento lo “seziona”. Il nipote prediletto è Fabrizio, oggi manager di azienda in Piemonte. Ha fatto carriera, non ne vuole sapere di tornare a Latina. Il Panathlon Club ha fatto un bel salto di qualità con la presidenza di Massimo Zichi che ha coinvolto nuovi soci e inviato a Latina grandi personaggi dello sport italiano. Gli appuntamenti e i dibattiti organizzati dal Panathlon sono molto ambiti; c’è un perfetto abbinamento tra sport e cultura. Massimino ama ridere. Gli scherzi al Bar Mimi della famiglia Perrelli hanno segnato un’epoca. Massimo era in prima linea con Bracciale, Napolitano, De Cinti, tutti buontemponi, pronti alla risata fino a tarda notte. Il telefono era il “mezzo” preferito per certe operazioni da burloni in servizio permanente effettivo.
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