LECCE- Una maxi operazione, che ha i suoi riflessi anche sulla provincia pontina, è scattata questa mattina all’alba a Lecce da parte della Guardia di Finanza che ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata. Dieci le persone che sono state arrestate, di cui tre in carcere altrettanti ai domiciliari e i restanti sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; e poi 29 indagati e sequestri di beni mobili ed immobili, compendi aziendali e quote nei confronti di sette società, conti correnti e depositi anche personali per un valore di circa 7 milioni di euro.
L’inchiesta denominata “Dirty Slot”, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è stata condotta dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce; le indagini effettuate dai militari delle Fiamme Gialle, hanno permesso di smantellare un’organizzazione criminale legata al clan Coluccia di Galatina e ad alcune frange brindisine della Sacra Corona Unita, in grado, si legge in una nota della Guardia di Finanza, “di imporre con metodo mafioso l’avvio, la gestione ed il controllo del mercato del gaming e del gioco d’azzardo legale ed illegale nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, oltreché nel Lazio, nelle provincie di Frosinone e Latina, gestendo un vorticoso giro d’affari nel settore delle famigerate slot machine, dei videopoker e nella raccolta di scommesse per eventi sportivi, fatte confluire sulle piattaforme informatiche di bookmaker stranieri”. Numerosissimi gestori di bar, ristoranti e sale da gioco ricadenti nel “feudo” dei Coluccia, hanno ricostruito i finanzieri, “sono stati costretti, con l’imposizione della forza intimidatoria del vincolo mafioso ad installare oltre 400 slot machines e videopoker di proprietà delle società degli imprenditori arrestati, patendo – in caso contrario – minacce, attentati e ritorsioni, in alcuni casi, anche fisiche, da parte degli uomini del clan”.
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