Ma non è una Cosa Seria. L’anno zero dell’istruzione

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Benché incline all’astensione circa FB,fin troppo usurato e usurpante (?!), trattandosi di scuola è più forte di me replicare tanto più se confortato e risarcito da voci autorevoli, senz’altro più incisive della mia. Parlo di E.Galli della Loggia,Nuccio Ordine, M.Recalcati e i rispettivi articoli sul Corriere della Sera e Repubblica, di questi giorni, desolati e desolanti,purtroppo, veri circa il non senso di una istruzione negata, di una scuola del pressappoco, di una riforma mai attuata, di una classe dirigente priva di cultura etc. Recalcati incalza con “Subito gli Stati generali per l’Anno zero dell’istruzione” (Corriere della sera,29.05) additando al pubblico ludibrio carenze e inadempienze varie tra cui la dis-funzione dei vari ministri, l’ultimo una tra i più insignificanti e sprovveduti. Un discorso amaro, dallo scrivente intonato a più riprese e in fasi diverse che,incredibile a dirsi, il Corona virus ha contribuito ad evidenziare in ogni sua sproporzione così come tante altre falle di questo paese. Qualcuno in anni nefasti ebbe a dire che “la guerra è l’igiene del mondo”, ebbene nei termini di una nemesi storica questa pandemia ha avuto l’effetto di un “angelo sterminatore”, di una frustata che ha costretto a non pochi a farsi la croce rischiando di cavarsi gli occhi. Dalle considerazioni dei succitati emergono i ripieghi, i ritardi e le disfunzioni (compresa una riforma mai attuata), gli “intrighi di palazzo”, le insensatezze che oggi grazie al virus malefico e mortale sono esplose impietosamente. Quasi non credevo ai miei occhi nel leggere la stigmatizzazione di Recalcati delle sciagurate “reggenze”, un periodo d’oro per molti presidi-dirigenti che, a mo’ di Ridolini, zompettavano da una scuola all’altra,ovviamente, con la rispettiva remunerazione (pensionabile) creando un vero e proprio “deserto dei Tartari” dovuto a un grottesco gioco dell’ubiquità. Con inevitabili danni e scompensi al funzionamento di più scuole: perché privare un istituto scolastico di un preside stabile con la non plausibile scusante della quota complessiva degli alunni,si chiede Recalcati. Risposta: esigenze economiche,risparmiare e tagliare sulla scuola (e sanità) salvo pagare una pletora di “reggenti” purché i conti tornino (a rovescio,mai per il progresso della scuola). Recalcati comprenderà che la sua è una domanda puramente retorica. Cosicché tra reggenti e “prororogati” la scuola ha continuato a procedere (regredire) su una gamba sola anziché due,quindi, con le stampelle. Sì, le proroghe, anche quelle un’altra prebenda, in taluni casi una cuccagna! Grazie al Coronavirus, a questo giustiziere o “angelo sterminatore”,probabilmente, qualcosa dovrebbe cambiare visto che le magagne oramai sono manifeste a chiunque. E’ ora di “smettere di vedere il sistema educativo come un parcheggio”(Recalcati). Per non parlare della “scuola a distanza” etc. , un’altra di quelle pezze -neanche a colori- che per un pelo,si spera, resterà un ricordo, una sorta di “residuato bellico”, da archiviare. Riformare la classe dirigente invoca Recalcati con essa, dico di rincalzo,anche i dirigenti olim presidi(!): “Senza cultura,formazione,ricerca un Paese è privo di avvenire. Non è anche questa una delle tremendissime lezioni che questo virus ci ha impartito”? (M.Recalcati). In tanta tristezza rimane ancora la gioia di insegnare che persiste in tantissimi docenti. I quali come gli attori non vedono l’ora di ritrovare il loro pubblico (gli alunni) sospirando: “Pubblico,pubblico mio /che sarei senza di te?” (Goethe,Der Autor). Auguri a tutti loro!  (gimaul)


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