Ma la scuola è un diritto di tutti? La denuncia di alcune associazioni per l’inclusione scolastica

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Riceviamo e pubblichiamo dall’Associazione Mondo Disabili Future ODV, FIDA – Forum Italiano Diritti Autismo APS iCuore APS, Associazione Un mondo tutto nostro ODV (Ariccia), Centro Arcipelago di Genzano una lettera sulle difficoltà che oggi vive il mondo della scuola, soprattutto legato al mondo delle disabilità e delle pari opportunità.

“Vogliamo dare un forte segnale sul nostro territorio in relazione ad un argomento tanto delicato quanto complesso: l’inclusione scolastica e non solo. Ad un anno dall’inizio della pandemia da Sars-Cov-2, purtroppo, la storia si ripete nelle scuole. Nelle “zone rosse”, come esplicitato nell’art. 43 del Dpcm del 2 marzo 2021, le porte delle scuole sono chiuse per tutti oppure aperte ad accogliere unicamente “l’alunno con certificazione BES e Disabilità”.
Anche il Miur, nel corso di questo anno di pandemia da Sars-Cov-2, si è più volte espresso sulle modalità di gestione della didattica degli alunni BES e Disabili:
• DM 39 del 26 giugno 2020 su Piano Scuola 2020/2021 – Decreto recante “Adozione delle Linee guida sulla Didattica Digitale Integrata • Nota Miur 343 del 4 marzo 2021
• Nota Miur 10005 del 7 marzo 2021
• Nota Miur 662 del 12 marzo 2021
Nelle succitate Norme vengono chiariti alcuni passaggi e si pone particolare attenzione alla necessità che le attività svolte realizzino “effettiva” inclusione e anche il coinvolgimento di alunni/e appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe.
Tale situazione, però, pone una seria considerazione sulla realizzazione della complessa gestione della situazione sia dal punto di vista della Tutela della Salute sia del Diritto allo studio di milioni di studenti, alcuni dei quali fragili e disabili.
Tali criticità, inoltre, sono state espresse giustamente anche da alcuni sindacati di insegnanti ed assistenti scolastici, che chiedevano maggiore chiarezza in relazione alle contraddizioni che emergono leggendo sia il Dpcm del 2 marzo 2021, nel quale si offre l’opportunità e necessità della didattica in presenza degli alunni BES e Disabili, sia del DL 30 del 12 marzo 2021, che invece permette il ricorso allo smart-working e chiede di ridurre il più possibile la presenza del personale nei luoghi di lavoro.
Anche il Sindacato dei Dirigenti Scolastici (ANP) si è espresso sulle contraddizioni del Miur che nell’arco di 11 giorni ha emanato ben tre note riguardanti il medesimo tema, ovvero l’organizzazione della didattica in presenza delle zone rosse. Se da un lato si condivide la possibilità per gli alunni BES e Disabili di frequentare in presenza, dall’altro ci si pone l’interrogativo, lecito, di come gestire il rischio pandemia e la tutela della salute: “il severo scenario emergenziale disegnato dall’ultimo Dpcm, peraltro, impone il ricorso allo “smart-working” e alla minimizzazione delle presenze del personale nei luoghi di lavoro in modo ancora più stringente che in passato. Tali indicazioni potrebbero collidere con l’esigenza, richiamata nella nota, che tende di fatto a replicare le dinamiche operative ordinarie della scuola in presenza.” (dalla Nota ANP del 13 marzo 2021).
Di fatto, manca una sinergia tra il Miur ed il Ministero della Salute circa le reciproche competenze e, ancora una volta, è il Ministero dell’Istruzione che, attraverso l’autonomia scolastica, si ritrova a dover gestire l’organizzazione della didattica in presenza in una situazione globale in cui la priorità risulta essere la salute collettiva, quindi una competenza del Ministero della Salute.
Ciò nonostante, nella medesima nota del 13 marzo 2021, l’ANP cerca, con senso di responsabilità, di tracciare un percorso virtuoso che possa realizzare sia il Diritto all’istruzione degli alunni BES e Disabili sia il contenimento del contagio:
1. l’individuazione degli alunni Disabili e BES, ai quali va comunque garantita la frequenza delle attività didattiche in presenza, va effettuata, oltre che in coerenza con i PEI e i PDP, avvalendosi anche del Piano per la DDI al cui interno è stato valutato e predisposto, a monte, il quadro operativo per detti alunni;
2. il Dirigente Scolastico, con i consigli di classe, procede a definire la consistenza dei gruppi di relazione intorno ad ogni studente Disabile e BES e la loro rotazione temporale; la concreta articolazione dei gruppi di relazione è ovviamente subordinata alla volontà delle famiglie;
3. sulla base dei numeri effettivi, il Dirigente Scolastico organizza la didattica in presenza tenendo conto del monte ore stabilito nel Piano della DDI rispetto alle attività in sincrono e coinvolgendo l’ente locale perché garantisca l’erogazione dei servizi di trasporto e mensa;
4. il Dirigente Scolastico comunica all’ambito territoriale competente il numero di studenti e personale in presenza “per effetto dell’applicazione della nota Miur n. 662/2021” affinché lo condivida con il Tavolo prefettizio di cui all’art. 21 del DPCM del 2 marzo 2021, considerato che l’applicazione della nota avrà sicuramente effetto sulla mobilità territoriale.”
Sarebbe opportuno, pertanto, poter contare su Norme più precise, non in contraddizione tra di loro e soprattutto non lasciate all’interpretazione soggettiva.
Inoltre, alla data odierna manca ancora l’emanazione dei Decreti attuativi sulla continuità didattica con il docente su sostegno (come da D. Lgs. 96/2019) e anche l’assegnazione del docente di sostegno e dell’assistente alla comunicazione ed integrazione avviene con colpevole ritardo, impedendo alle Istituzioni scolastiche una corretta pianificazione per l’inclusione degli alunni disabili, tranne quei casi virtuosi che rappresentano, purtroppo, la minoranza.
Ricapitolando, dunque, per realizzare, in caso di “zona rossa” e conseguente lockdown, una corretta pianificazione della didattica in presenza degli alunni Disabili e BES, si debbono realizzare i seguenti passaggi:
• la didattica in presenza deve essere garantita dal primo giorno di lockdown;
• la scuola deve poter contare su un numero sufficiente ed adeguato di personale scolastico (incluso quello ATA);
• la scuola deve avere formale richiesta di preferenza da parte di tutti gli alunni (Disabili, BES e gruppo di pari volontari) alla frequenza in presenza in casi di nuovi lockdown
Tali soluzioni potevano essere incluse nei piani della DDI redatti ad inizio anno scolastico da ciascuna Istituzione Scolastica e anche, nello specifico, all’interno dei PEI e dei PDP elaborati nell’attuale anno di pandemia.
È evidente che è mancato un maggiore lavoro di coordinamento tra Ministeri e Scuole, ma anche tra Scuole, Enti Locali, Cooperative, Famiglie ed Associazioni di Disabili e di categoria, che avrebbe trovato la sua sintesi nei GIT.
Infatti, è doloroso dover constatare, una volta di troppo, che il carico di responsabilità e gestione sia affidato nuovamente alle famiglie e che a farne le spese siano ancora gli alunni Disabili e BES, discriminati rispetto ai loro compagni di classe nel Diritto allo studio e all’Inclusione.


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