L’uomo che confida nell’uomo sarà come un tamerisco nella steppa

LATINA- Sovente l’uomo pensa di essere invincibile, lo vediamo anche in queste ore drammatiche. C’è chi pensa, ad esempio, che il Coronavirus non sia una pandemia, ma un complotto internazionale, un grande inganno fabbricato dalle multinazionali. Perciò, se ne infischia. Esce di casa, come se nulla fosse. Avendo intorno a sé genitori e nonni fragili, magari immunodepressi.

”Maledetto l’uomo che confida nell’uomo” ponendo nella propria carne il convincimento della sua invincibilità, ci ricorda il Profeta Geremia. “Sarà come un tamerisco nella steppa(…), in una terra di salsedine”.

Chi, invece, confida nel Signore “é come un albero piantato lungo un corso d’acqua “.
L’uomo ricurvo su se stesso pensa di bastarsi da solo, mentre chi riconosce nell’altro da lui il proprio fratello o la propria sorella in Cristo Gesù prova compassione, misericordia.

In un frangente come l’attuale , pur fra le molte sofferenze e privazioni a cui è chiamato il Cristiano, egli ha il dovere di rimanere a casa. Sacrificando un poco di sé per il bene di tutti.
La bella parabola dell’Evangelista Luca intorno al ricco e al povero Lazzaro (Lc 16, 19-31) é molto chiara. C’è un ricco signore ben vestito, tutto dedito a feste e banchetti che, però, non si cura del povero Lazzaro.

Si ritroveranno nell’Aldilá: il ricco nei tormenti dell’inferno, Lazzaro accompagnato dagli angeli verso Abramo. Al ricco che invocava un po’ di sollievo Abramo risponde: “ Figlio, ricórdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali, ma ora in questo mondo lui é consolato, tu invece sei in mezzo si tormenti. Per di più, tra noi e voi é stato fissato un grande abisso”.
É qui, sulla terra ed in questa vita che siamo chiamati a non confidare soltanto in noi stessi, nella nostra carne ma, lungo l’insegnamento di Gesù, in Lui. Confidando l’uno nell’altro sostenendoci,vicendevolmente, come fratelli e sorelle.