L’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari è stata firmata dal gip Giuseppe Cario, nei confronti di Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, all’epoca rispettivamente direttore e funzionario dell’U.O.C. Reclutamento della Asl. I reati contestati sono falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio in forma aggravata.
Le indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto Valerio De Luca – sono state svolte dalla Sezione anticorruzione della Squadra Mobile di Latina e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. Sotto la lente due concorsi pubblici per collaboratori e assistenti amministrati che erano stati indetti rispettivamente nel settembre 2019 e nel dicembre 2020.
Le irregolarità, a quanto sembra, sono avvenute, tra l’altro, in piena pandemia. Le selezioni, infatti, a cui ha partecipato un gran numero di candidati, si sono tenute nei mesi di agosto e dicembre scorso: la prima, relativa a 23 posti da collaboratore amministrativo professionale, ha visto la presentazione di quasi 1.300 istanze di partecipazione, mentre per la seconda, relativa a 70 posti con qualifica di assistente amministrativo, sono state presentate più di 2.900 domande.
«Le procedure concorsuali inquinate – è stato reso noto da polizia e Gdf – sono accumunate dalla compresenza di entrambi gli indagati nella composizione delle commissioni esaminatrici in qualità di presidente e segretario». Per gli investigatori in entrambi i concorsi avrebbero fornito «anticipazioni» ad alcuni candidati, contattati per comunicare loro le domande che avrebbero posto in sede di esame orale. Cinque i beneficiari che sono stati al momento individuati.
LE INTERCETTAZIONI
«Lei non si preoccupi ci penso io, lei basta che mi dice l’argomento». Così Claudio Rainone, dirigente dell’Asl di Latina, si rivolgeva a una candidata in una telefonata intercettata nell’ambito dell’inchiesta sui presunti concorsi truccati che ha portato agli arresti domiciliari lo stesso Rainone e Mario Graziano Esposito, con le accuse di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio, entrambi in forma aggravata. Il giorno dopo aver svolto il concorso, l’8 ottobre dello scorso anno, la candidata telefona a Rainone, che la rassicura: «Lei è quinta quindi ha vinto il concorso». «Emerge un quadro probatorio completo – scrivono il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e il sostituto procuratore Valerio De Luca nella richiesta di misura cautelare inviata al gip – che dà atto di come, nell’espletamento di entrambe le procedure concorsuali, Rainone, come principale artefice, in tutto supportato da Esposito, ed in seconda battuta l’intera Commissione di gara, abbiano gestito le procedure concorsuali con modalità tali da assicurare l’assunzione di soggetti da loro scelti a priori, vanificando e rendendo poco più di una messa in scena le procedure di gara. I concorrentI scelti dai membri della commissione – si legge – non solo si recavano a svolgere il concorso avendo il favore della Commissione, ma erano preventivamente informati sul contenuto delle domande che le procedure di gara siano state poco più di una apparenza».
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