Titolo: Leonora addio
Regia: Paolo Taviani
Soggetto: Luigi Pi9randello (da Il chiodo)
Sceneggiatura: Paolo Taviani
Musiche: Nicola Piovani
Produzione Paese: Italia, 2022-02-22
Cast: Fabrizio Ferracane, Matteo Pittiruti, Martina Catalfamo,Dania Marino, Dora Becker, Claudio Bigagli, Nathalie Rapti Gomez, Massimo Popolizio, Giulio Pmpiglione, Roberto Herlitzka (voce fuori campo) […]
Leonora addio, il cui titolo deriva dalla quasi (per la mancanza della virgola) omonima novella (1910) di Luigi Pirandello, è diretto unicamente da Paolo Taviani, per la prima volta dopo la morte del fratello Vittorio a cui il film è stato dedicato: A mio fratello Vittorio.
Leonora addio è una novella scritta dal regista ma che, per il suo stile, per la sua immanenza, per la sua verve, per il suo tipico topos che si disperde nei meandri di un chronos senza confini ma che si fonda su un gramma attestante la schietta veridicità, sembra aggiungersi alle novelle del grande scrittore siciliano, Luigi Pirandello.
Il film, costituito da due episodi, descrive nel primo il susseguirsi delle vicende, in parte documentate e in parte rielaborate, che hanno visto le ceneri dello scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1934 e morto due anni dopo, che sono state tumulate al cimitero del Verano di Roma con un funerale senza amici e parenti perché la vita è una cruda e buffa opera teatrale. Successivamente – era il 1947 -, grazie all’interessamento di alcuni studenti universitari per dare seguito alle volontà testamentarie di Pirandello, il sindaco di Agrigento inviò un suo delegato (nel film interpretato da Fabrizio Ferracane) incaricato del trasloco delle ceneri nella sua terra natia, in Sicilia. Un viaggio, tuttavia, che si snoda tra il sacro e il profano, con fatti bizzarri tra tante maschere e pochi volti, e difficoltosi come difficoltosa fu anche la sepoltura nella grigia roccia di Kaos, il luogo dove avvengono i naufragi, avvenuta nel 1951, per confermare che nella sua morte si è verificato quel che lui aveva sperimentato in vita. Infatti, nel suo romanzo Uno, nessuno e centomila aveva scritto che di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.
Il secondo episodio è la storia tratta da Il chiodo, scritto poco tempo prima che morisse, in cui si descrive la vicenda di Bastianeddu (Matteo Pittiruti), un bravo ragazzo costretto dal padre a lasciare la madre e la Sicilia per emigrare in America, dove commetterà un fallo per colpa di un chiodo caduto “apposta” da un carro.
La bravura di Paolo Taviani sta nel fatto che dirige Leonora addio con gli stessi tratti di un documentario inquadrato in un Italia postfascista, distrutta dalla guerra con la gente smarrita e confusa, che ha perso la ragione e che si impaurisce e se la svigna solo per la presenza di una cassa da morto. Ciò è convalidato nella prima parte dal colore bianco e nero della pellicola dove il vero protagonista, come in vita così da morto, pur con la presenza di validi attori, è Luigi Pirandello. Sta proprio qui l’originalità di Leonora addio che si srotola esattamente con lo stesso estro ironico, malinconico, realistico, poetico, fantastico e misterioso, per il quale al Festival del Cinema di Berlino 2022 gli è stato assegnato il Premio FIPRESCI (Fédération Internationale de la Presse Cinématographique).
Filmografia (con il fratello Vittorio)
I sovversivi (1967), Sotto il regno dello scorpione (1969), San Michele aveva un gallo (1972), Allonsanfàn (1974), Padre padrone (1977), Il prato (1979), La notte di San Lorenzo (1982), Kaos (1984), Good Morning Babilonia (1987), Il sole anche di notte (1990), Fiorile (1993), Le affinità elettive (1996), Tu ridi (1998), La masseria delle allodole (2007), Cesare deve morire (2012), Maraviglioso Boccaccio (2015), Una questione privata (2017).
Francesco Giuliano
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