TERRACINA – Salario minimo ed emergenza salariale: questi i temi del dibattito tenutosi ieri a Terracina alla Festa dell’Unità del PD, al quale il Segretario Generale della Cisl di Latina Roberto Cecere è stato invitato per intervenire sull’argomento in compagnia dell’On. Marco Sarracino, del Professore di Diritto del Lavoro Angelo Delogu e del Segretario Generale FP Cgil Giovanni Salzano.
«Sul salario minimo non possiamo che essere d’accordo ad aumentare gli stipendi dei lavoratori, ma non potremo mai sostenere una legge che entra a gamba tesa sull’autonomia collettiva del sindacato» le parole del Segretario Generale Cecere sulla legge che vorrebbe introdurre una soglia salariale minima fissata a 9€: «In Italia abbiamo una storia diversa dagli altri Paesi europei: la contrattazione collettiva sviluppata nel nostro Paese, che copre quasi il 99% dei lavoratori, non ce l’ha nessuno. Non siamo d’accordo con i 9 euro l’ora perché schiaccerebbero il resto dei salari verso il basso, mettendo in discussione tutta una serie di contratti collettivi nazionali – spiega Cecere, che aggiunge – Inoltre, questa legge sembra risultare anche anticostituzionale, dato che l’art. 39 recita espressamente che i sindacati stipulano contratti collettivi nazionali di lavoro ma, se viene tolta loro la parte più importante, ovvero il salario, viene meno questo ruolo, e non si può legiferare in tal senso.
Al contrario, la proposta di legge della Cisl fonda le sue radici sull’articolo 46 della Costituzione e pone i lavoratori al centro della discussione dell’impresa – ricorda il Segretario Generale – È questo che significa modello partecipativo, ovvero mettere sullo stesso piano lavoratori e capitale. Sta tutta qui la grandezza della nostra proposta, sulla quale anche l’On. Sarracino si è detto d’accordo durante il dibattito.
Se il PD vuole fare veramente una battaglia che aiuti tutti i lavori italiani indistintamente – chiosa Cecere – apra un grande confronto sulla pressione fiscale. Ogni fine mese i lavoratori leggono una cifra sulla busta paga ma ne ottengono la metà: non se ne può più, non può essere. Questa è la vera battaglia da portare avanti, che include tutti. Si lasci fare al sindacato il suo mestiere, vale a dire la contrattazione: ogni volta che la politica è intervenuta in maniera troppo profonda sui diritti dei lavoratori e sulle questioni sindacali ha sempre fatto disastri».
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