LATINA- Leale sempre, fedele mai. Si può riassumere così la cifra umana e politica di Jole Santelli, la Presidente della Regione Calabria morta questa notte nella sua abitazione cosentina.
Come tante ragazze del sud, la Santelli terminati gli studi liceali lascia la Calabria e raggiunge Roma. Si laurea in Giurisprudenza alla Sapienza e comincia a lavorare in studi importanti. Quando gli oppositori politici le rinfacciavano la collaborazione con Cesare Previti, omettevano di ricordare che l’avvocato iniziò a farlo con Tina Lagostena Bassi.
Nipote di Giacomo Mancini, esponente di primo piano del Partito Socialista Italiano e più volte Ministro e Sindaco di Cosenza, Jole Santelli milita in gioventù coi socialisti. Dopo Tangentopoli, come molti compagni, non piegò il capo all’ipocrisia dei comunisti, quindi scelse Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Entra in Parlamento nel 2001 e ci rimane, praticamente, vent’anni. Sottosegretario in vari Governi ha sempre sostenuto il Cavaliere anche nei momenti oggettivamente più scomodi, ad esempio nel pieno dello scandalo Ruby ed olgettine.
Leale sempre, fedele mai. Jole Santelli è stata sempre distante dalla corte berlusconiana, talvolta un poco trash, conservando autonomia ed indipendenza.
Le viene diagnosticato un tumore al seno. Lei, Donna calabrese amando passionalmente la sua terra, sceglie di curarsi in Calabria. Quando le propongono di candidarsi alla Presidenza della Regione, nonostante la malattia, accetta e si lancia in questa ultima sfida. La vince. L’assillo che avverte più forte è la piaga del “turismo” sanitario, lavorare per consentire alle calabresi e ai calabresi di potersi curare vicino casa senza scegliere Roma o Milano.
E’ stata trovata questa mattina priva di vita da un suo collaboratore.
Ha lavorato fino all’ultimo nel suo ufficio di Presidente della Regione.
Non aveva figli, ma era innamorata dei suoi nipoti. Costituivano la sua gioia e l’intera sua Vita.
Jole Santelli è stata una Donna coraggiosa forte e tenace come la sua terra di Calabria.
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