LATINA – La novità. Le sardine sono nuove, così almeno ci fan credere i giornaloni quasi sempre orientati verso una sinistra bene educata. Noi che educati non siamo e che aborriamo il politicamente corretto, ci sentiamo di contestare questa rappresentazione dei fatti. La dimostrazione plastica ce l’hanno offerta le sardine che scenderanno in piazza, a Latina, il 7 dicembre. Abbiamo letto i nomi ed osservato i volti di chi ha rivendicato l’organizzazione di una manifestazione che scimmiotti quelle di Modena e Bologna. Sono, evidentemente, situazioni molto diverse. Il 26 gennaio l’Emilia Romagna è chiamata a votare per il rinnovo del Consiglio Regionale. Vedremo quindi se gli emiliano-romagnoli confermeranno Bonaccini o consentiranno a Matteo Salvini e, per suo tramite, a Lucia Borgonzoni di spezzare l’immarcescibile dominio della sinistra su quella regione. La partita è  aperta. La Lega governa già molte realtà, ad esempio Ferrara, ed il malessere e lo scontento serpeggiano anche da quelle parti, come ha documentato in modo perfetto David Allegranti qualche giorno fa su “Il Foglio”.

Le sardine di Bologna e di Modena scendono in piazza ché sentono l’avanzata dei barbari, degli invasori. Il Pd non vive una fase di popolarità, complici il governo con i grillini ed un appannamento della sua leadership. Come ha più volte ricordato quella vecchia volpe di Pierferdinando Casini, Stefano Bonaccini potrà farcela soltanto se apparirà un candidato civico.

Ed ecco, quindi, la marea umana delle sardine a significare il “no pasaràn”!

Diversa è, ovviamente, la situazione di Latina e delle locali sardine. A ben vedere, infatti, queste sono costituite per lo più da alcuni illustri trombati (politicamente parlando), un tempo militanti del Partito Democratico e da giovani vecchi gravitanti intorno all’universo dem senza mai riuscire, causa vuoto pneumatico d’idee e cultura, a sedersi al tavolo della dirigenza.

Quindi la novità presunta che le sardine vorrebbero offrire alla città non è altro che un insieme di scarti e ricicli di vecchie esperienze contraddistinte tutte dal marchio incancellabile del fallimento.

Siamo certi che più di qualche politico progressista smanierà per essere in prima fila con le sardine. In lotta perenne per l’esistenza, costoro non perderanno di certo l’occasione di provare, almeno, a metterci il cappello. Spero che l’intelligenza residuale di questi politici  suggerisca loro di rimanere  a casa o, magari, ricominciare a far politica per davvero cosicché da non ridestare questi zombie che si fan chiamare sardine.

L’antipolitica è una brutta bestia e, come il camaleonte, ama confondersi e cambiare pelle. Tuttavia, per chi abbia un minimo di dimestichezza con le cose della Politica, essa è visibile lontano un miglio. Per quanto ci riguarda ne siamo disgustati, ragion per cui il 7 dicembre ci occuperemo di recuperare dalle varie cantine il Presepe e l’abete così da prepararci al Santo Natale.


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