Le primarie sono la guerra civile, forse è meglio lasciar perdere.

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LATINA- Le primarie sono la guerra civile, forse è meglio lasciar perdere. A meno che non si voglia replicare il triste schema del 2016, con una competizione che nemmeno a Paperopoli avrebbero considerato seria. Ve le ricordate le elezioni primarie in cui si sfidarono Enrico Forte e Paolo Galante? Vale a dire un autorevole Consigliere Regionale del partito ed un albergatore non propriamente di sinistra, con un passato nei gruppuscoli di estrema destra?

Ovviamente vinse Forte, ma l’altra parte del Pd ragionò così: mors tua, vita mea. Infatti il Pd perse e a Piazza del Popolo si accomodò Damiano Coletta.

Ho letto che qualche strampalato dirigente democratico auspicherebbe delle primarie a cui dovrebbe partecipare anche l’attuale Sindaco di Lbc.

Qui ci vorrebbe un corso intensivo di Politica, una frattocchia, una camilluccia. Come si può pretendere che un Sindaco che non ha mai aderito al Pd né governa con i dem partecipi a delle primarie di partito? Per confrontarsi con chi, di grazia? Cozzolino, Zuliani, il Mago Otelma, Gemma Galgani?

Occorre osservare la realtà effettuale della cosa, suggerirebbe Machiavelli. Non sul potere, men che meno sull’amministrazione, unicamente sulla Politica occorre trovare un percorso comune fra Damiano Coletta ed il Pd. Meglio, fra Coletta e quella parte del Pd che vuol giocarsi- finalmente- la partita del governo, abbandonando la testimonianza. E’ possibile, il tempo ci sarebbe, le intelligenze pure.

Pazienza se fosse necessario lasciarsi alle spalle un pezzo di Pd il cui unico orizzonte sembra essere il potere per il potere, l’orticello senza l’ombra di un ravanello. Davvero si vuol fare di Latina quel che è accaduto nella Aprilia di Giovannini candidato Sindaco?

Se è vero che historia magistra vitae, le primarie si lascino in soffitta. L’area progressista un candidato ce lo ha, è il Sindaco uscente.

Diversamente, si favorirebbe il successo di una destra cialtrona e largamente impresentabile. Quella stessa destra che oggi, Festa della Repubblica, mentre il Capo dello Stato è a Codogno pensa bene di marciare su Roma in barba al Covid-19.


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