LATINA- E’ dal 12 marzo che siamo chiusi in casa e che le città sono quasi deserte,ma ieri sera Latina era davvero deserta ed io sembravo un fantasma. Vicino casa, tra via Carlo Alberto e via Umberto I, un ‘auto è stata data alle fiamme.La Toyota Yaris era lì da due mesi, con il parabrezza rotto e il cofano semiaperto. Un lampo nel deserto. I vigili del fuoco hanno spento il rogo in pochi minuti,poi la macchina è stata caricata su un carro attrezzi e portata al deposito giudiziario, perché posta sotto sequestro. I carabinieri hanno aperto un’indagine.
Dunque,nel deserto della città c’è stato qualcuno che ha incendiato l’auto, mentre tutti erano tappati in casa.E già, siamo tutti dentro le nostre case per non essere contagiati, per sconfiggere il virus.
Perciò, in queste settimane, la vita è cambiata e nessuno si aspettava una fine così.La potenza dell’uomo e il denaro sono stati annientati da un virus. Sembra una cosa pazzesca, ma è così
Ma intanto arrivano segnali positivi. I contagi,infatti, cominciano a calare, i decessi anche. Forse siamo sulla strada giusta, ma sarà ancora lunga. Ora cominciamo ad avvertire un po’ di insofferenza.Ognuno subisce mutamenti interiori.Si è di fronte a sé stessi e si fanno tante riflessioni.Che cos’è la vita, che cos’è la morte? Il Papa ci aiuta a riflettere e a dare delle risposte.
Ora,però, avverto la voglia di abbracciare coloro che mi sono vicini,di dare un bacio,ma non si può e tutto questo implica frustrazioni e repressioni sessuali. Come si reagirà se dobbiamo andare avanti così un altro mese ed oltre, così come è accaduto in Cina? Sono aspetti drammatici, a cui non possiamo dare risposte, ma ci dobbiamo affidare agli psicologici,agli psichiatri.
Ma non siamo tutti uguali e chi ha poca cultura soffre di più.Per questo dobbiamo restare uniti e pregare, sperare e attendere dagli scienziati la scoperta di un vaccino,di un farmaco, che possano sconfiggere il coronavirus.
Nel frattempo non ci resta che stare chiusi in casa per evitare altri contagi,altre vittime e un pensiero va a tutti coloro che ci hanno lasciato, innanzitutto ai medici e agli infermieri che sono sempre in prima linea e ai quali dovremo sempre dire grazie per tutto ciò che fanno.
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