LATINA – Migliorare le infrastrutture e le fonti di approvvigionamento rappresenta un obiettivo fondamentale in un momento in cui la risorsa idrica diventa sempre più essenziale per la vita del nostro territorio, specie nel sud pontino dove d’estate si registra un grande incremento di presenze visto il particolare pregio turistico delle nostre località. Ecco quindi che in quest’ottica si inseriscono i lavori di potenziamento e ammodernamento delle fonti di captazione che Acqualatina sta portando avanti come gestore Idrico di Ato4.

OBIETTIVO: POTENZIAMENTO DEL SISTEMA E CONTRASTO ALLE EMERGENZE

Acqualatina è al lavoro per il potenziamento delle due centrali a servizio del Sud pontino – Capodacqua e Mazzoccolo – per una maggiore resilienza del sistema idrico dell’Ato4-Lazio Meridionale e una migliore reattività agli effetti del cambiamento climatico.

I lavori sulle centrali sono finalizzati ad una migliore gestione tanto di eventuali futuri fenomeni di carenza idrica, grazie all’aumento della disponibilità, quanto di eventi piovosi straordinari che, legandosi alla natura carsica delle fonti, hanno come effetto indesiderato fenomeni di intorbidamento dell’acqua potabile.

LA CENTRALE CAPODACQUA

Con una portata di circa 600 litri al secondo, la sorgente Capodacqua (situata nel Comune di Spigno Saturnia) serve circa 100.000 cittadini dei Comuni di Minturno, Castelforte, S. S. Cosma e Damiano, Spigno Saturnia e parte di Formia e Gaeta.

È la principale fonte di approvvigionamento del Sud Pontino.

Nella centrale Capodacqua l’acqua viene prelevata dalla sorgente e fatta confluire nella cosiddetta “Sala dreni”: una struttura interrata dove, grazie a 53 dreni, si preleva l’acqua necessaria per approvvigionare gran parte del Sud Pontino.

I dreni vanno immaginati come tante cannucce inserite in una spugna, che è la falda, da cui si preleva l’acqua, che si estendono a ventaglio all’interno della montagna, con angolazioni e lunghezze diverse tra loro. Si arriva a circa 300 metri di lunghezza e a una profondità di circa 110 metri sul livello del mare.

LE SPECIFICHE TECNICHE DEI LAVORI

Le fasi dei lavori riguardano:

✔️ il rinnovamento della sala dreni

✔️ il completamento dell’impianto di telecontrollo

✔️ la totale automazione della centrale

IL CONTRASTO ALLA TORBIDITÀ

Grazie a tecnologie di nuova generazione è in atto un potenziamento della centrale impensabile in passato

I nuovi dreni

Studiando i vari eventi di torbidità, negli anni, e dopo diversi tentativi di risoluzione del problema, si è ora potuti intervenire in maniera radicale, grazie alle nuove tecnologie.

È stata pensata, così, una nuova struttura idraulica di Capodacqua che permettesse di:

  • analizzare il singolo dreno e installare su ciascuno un misuratore per il controllo in tempo reale dei livelli di torbidità
  • misurare la produzione di ogni singolo dreno con misuratori di portata
  • mettere in produzione, o meno, i singoli dreni, senza sacrificare o comprometterne altri, così da immettere in rete solo acqua pulita

La gestione puntuale del singolo dreno consente una modularità in in grado di contrastare eventi di torbidità e siccità senza compromettere in alcun modo la falde naturali.

Il sistema di monitoraggio continuo: automazione e telecontrollo

L’attivazione di un sistema di controllo telematico della centrale e dei serbatoi consente di disattivare completamente il prelievo di acqua dalla centrale durante la torbidità, sfruttando la disponibilità di acqua accumulata nei serbatoi dislocati sul territorio.

In tal modo anche in presenza di intorbidamento della centrale di Capodacqua potrà essere garantito il servizio di acqua potabile sul territorio per un tempo prolungato.

Il sistema del supervisore, infatti, permette di gestire in tempo reale le disponibilità dei circa 20 serbatoi dislocati nel Sud Pontino, che garantiranno il servizio nella fase di intorbidamento e disattivazione di Capodacqua. Al termine del fenomeno di torbidità sarà riattivata la centrale e la distribuzione potrà seguire il suo corso.

Il sistema di alternanza tra acqua fornita direttamente dalla centrale in condizioni regolari e fornitura dai serbatoi in caso di intorbidamento della centrale consente di scongiurare o comunque lenire di molto i disagi a carico della cittadinanza.

LA CENTRALE MAZZOCCOLO

Anche su Mazzoccolo sono in corso importanti interventi di potenziamento e ottimizzazione.

La centrale di Mazzoccolo, situata nel Comune di Formia, con una portata di circa 500 litri al secondo, rifornisce oltre 90.000 cittadini dei Comuni di Formia e Gaeta, attestandosi come la seconda più importante centrale del Sud Pontino.

MESSA IN SICUREZZA DELLA CENTRALE

La captazione della risorsa idrica dalla centrale Mazzoccolo avviene tramite un insieme di gallerie artificiali, realizzate in epoche diverse, che hanno lo scopo di intercettare la massima quantità possibile di acqua e di convogliarla al punto di prelievo, da cui viene dirottata verso la centrale di sollevamento tramite un canale sotterraneo che corre sotto la città di Formia per circa 230 metri.

Il progressivo sviluppo di Formia, l’aumento di abitanti e la permeabilità dei terreni, ha sottoposto la centrale Mazzoccolo a sempre maggiori rischi di potenziale inquinamento che potessero pregiudicare la qualità delle acque.

Al fine di evitare queste problematiche, è stato progettato un intervento di ammodernamento generale della centrale, con lo scopo di migliorarne la sicurezza igienico-sanitaria. Le principali linee d’intervento, sinteticamente, sono:

  • bonifica e riqualificazione dell’area della sorgente
  • bonifica e riqualificazione delle gallerie drenanti
  • realizzazione di una nuova condotta all’interno del canale sotterraneo, che si estende sotto il centro abitato di Formia, per il convogliamento delle acque dalla sorgente alla centrale di sollevamento in totale sicurezza igienico-sanitaria

L’intervento ha un costo totale di oltre 2 milioni di euro, finanziato con fondi PNRR. La progettazione inizierà già nel corso dell’estate, mentre i lavori saranno avviati nell’autunno.

LA TORBIDITÀ 

La torbidità è un fenomeno naturale dovuto al dilavamento delle rocce al passaggio dell’acqua nelle falde sotterranee. Un fenomeno del tutto normale, in zone con una conformazione carsica, come il Sud Pontino.

L’acqua distribuita dalla centrale, infatti, viene prelavata dalla montagna, dalle rocce dove scorre l’acqua di falda. Nel Sud Pontino, tra i vari strati di roccia, sono presenti strati di argilla. In condizioni di normalità nulla accade ma, in caso di forti piogge e, quindi, di un flusso idrico maggiore, questa argilla rilascia materiale che si mescola all’acqua di falda. Il fenomeno di torbidità, così, esplode in pochi minuti, passando da valori normali a valori di non potabilità.

Si tratta, dunque, di un fenomeno naturale molto complesso da gestire. La soluzione è arrivata grazie alle nuove tecnologie e dopo diversi studi tecnici e statistici dei fenomeni.


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