Foto da "Siena News"

CASTELFORTE – Cinquanta posizioni lavoristiche irregolari ed un quadro di assoluta estraneità agli obblighi fiscali e contributivi imposti dalla normativa di settore. È l’esito di un’attività condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Latina, la quale ha consentito l’individuazione di 22 “lavoratori in nero”, la sospensione temporanea di un’attività operante a Castelforte nel settore degli stabilimenti idropinici e termali e l’elevazione di sanzioni amministrative per 145 mila euro nei confronti dei responsabili.

Il controllo economico del territorio ha permesso alle Fiamme Gialle pontine di accertare gravi e reiterate violazioni alla legislazione sul lavoro perpetrate da un imprenditore formiano, residente a Minturno, allo scopo ultimo di ottenere un indebito vantaggio contributivo e fiscale.

A farne le spese circa cinquanta persone residenti tra i Comuni di Minturno, Cassino, Castelforte, Formia, Santi Cosma e Damiano, Gaeta e Sessa Aurunca, prive di una reale tutela assicurativa ed assistenziale e nella maggior parte dei casi completamente sconosciute agli organi di previdenza sociale.

I loro nominativi sono emersi dalle agende, taccuini e dalla ulteriore documentazione extra-contabile acquisita a seguito delle ispezioni svolte contestualmente presso le sedi di tre soggetti giuridici operanti quali strutture ricettive, di ristorazione e di stabilimento idrotermale tra i Comuni di Formia e Castelforte. Fondamentale si è rivelata l’attività investigativa preparatoria condotta attraverso il prezioso supporto delle banche dati della Guardia di Finanza e le operazioni di osservazione sul territorio, che hanno permesso di ricondurre le tre società ad un unico dominus, benché formalmente intestate a soggetti di comodo, meri prestanome.

Le operazioni di accesso, a cui hanno partecipato oltre 20 Finanzieri, hanno consentito di avvalorare fin da subito quanto emerso nel corso delle attività preliminari. Infatti l’imprenditore e reale titolare di tutte le attività ispezionate, oltre ad impiegare maestranze completamente in “nero”, avvalendosi del personale di società intestate a terzi, ma di fatto a lui riconducibili, corrispondeva retribuzioni in totale assenza di tracciabilità anche per prestazioni straordinarie non documentate in modo da essere sollevato dai previsti obblighi previdenziali ed assistenziali.

Le irregolarità riscontrate non erano però limitate al datore di lavoro che ha evidentemente tratto vantaggio dall’assenza delle preventive comunicazioni d’instaurazione del rapporto di lavoro. Infatti, gli accertamenti a posteriori sulle singole posizioni hanno infatti permesso di deferire alla competente Autorità Giudiziaria uno dei lavoratori in nero, reo di aver giovato di una situazione di opacità che gli ha consentito di accedere indebitamente alla misura agevolativa del reddito di cittadinanza.

L’operazione della Guardia di Finanza di Latina – si legge in una nota ufficiale – conferma la grande attenzione del Corpo al contrasto delle più insidiose forme di intermediazione fittizia, sfruttamento del lavoro ed irregolarità connesse all’applicazione di forme contrattuali atipiche/flessibili, contribuendo a ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini ed impedendo trasversalmente che forme d’indebito accesso a prestazioni sociali, generatrici d’iniquità e lesive della coesione sociale, possano fiorire nell’humus fertile ed opaco di situazioni spesso accomodanti.


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