Latina, tanti giovani senza lavoro, la crisi occupazionale raggiunge cifre sempre più alte.

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Dramma sociale che preoccupa e deve fare riflettere attentamente. Disoccupazione giovanile al 30%, difficoltà di accesso al mercato del lavoro e sempre più persone che, in risposta alla crisi, perdono qualsiasi tipo di fiducia verso l’istruzione e la formazione. Sono alcuni dei dati emersi recentemente in provincia di Latina e diffusi da agenzie di ricerca. Il lavoro è un tema prioritario ma non sembra interessare la classe politica e amministrativa pontina, spesso assente in un settore vitale e di fondamentale importanza.
Latina è da tempo la maglia nera alla parola disoccupazione con fabbriche che chiudono e poche prospettive per il domani, eccetto qualche eccezione grazie a note start up che si sono affermate in campo nazionale ad altissimi livelli. Il turismo non decolla come potrebbe, anche se questa estate si è notata una ripresa, grazie alla presenza di molti vacanzieri di prossimità le cose sono andate meglio rispetto alle previsioni in posti meravigliosi, tra i più belli in Europa. Il settore agroalimentare, quello vitivinicolo, il chimico-farmaceutico appaiono i più produttivi.
La crisi si fa sentire duramente per la fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, dove il numero di occupati è sceso. Uno degli effetti più preoccupanti del momento è la reazione dei giovani che non lavorano, non studiano e non svolgono attività di formazione. I dati sono allarmanti e segnalano che la situazione in negativo è senza fine. Si deve fare di più ma la svolta deve partire anche da decisioni assunte a livello nazionale.
Mancano misure concrete per porre fine a quest’emergenza e anche il segnale lanciato con il reddito di cittadinanza non basta. E’ fondamentale utilizzare bene i fondi europei, sono l’unica risorsa per investimenti, concedere le terre inutilizzate a giovani agricoltori, le case sfitte ai senza casa, puntare sulla crescita mettendo da parte miseria e ingiustizia. I bisogni di chi soffre, dei deboli e degli oppressi vanno messi al primo posto ma il futuro si presenta nebuloso con il Covid che – purtroppo – avanza ancora.

Paolo Iannuccelli


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