Il 30 giugno del 1932 venne ufficializzato il primo atto della nascita di una nuova Città: la posa della prima pietra di Littoria sotto l’occhio vigile dell’allora Presidente dell’Opera Nazionale Combattenti Valentino Orsolini Cencelli.
La vicenda ebbe un grande risalto sulla stampa estera ed il 18 dicembre del 1932 Littoria venne inaugurata alla presenza di Benito Mussolini che nel suo discorso annunciò le tappe future dello sviluppo dell’agro con la fondazione di altre città (Sabaudia e Pontinia) e la costruzione di centinaia di altri poderi.
Con decreto luogotenenziale 9 aprile 1945, n.270, Umberto di Savoia Principe di Piemonte in qualità di Luogotenente Generale del Regno autorizza il comune di Littoria a modificare la propria denominazione in Latina.
Il prossimo anno il nostro Comune spengerà 90 candeline, per celebrare al meglio questo compleanno faccio mia la proposta che da anni porta avanti Antonio Pennacchi: mettere all’ingresso della Città un cartello con la scritta Latina già Littoria.
A differenza dei tanti spot mediatici con fini elettorali voluti fin qui dall’attuale amministrazione Coletta, basti pensare al cambio nome del parco in presenza della Boldrini e le successive comparsate televisive del Sindaco per narrare la vicenda esaltando presentatori dichiaratamente di sinistra come Gad Lerner, rammentare a chi entra nella nostra città quale fosse il nome originale sarebbe un’importante operazione di marketing culturale in previsione del centenario del 2032.
Al momento l’unico atto formale in toponomastica per ricordare il primo nome di Latina è la delibera di Giunta 2308 del 21 dicembre 1996, voluta dall’allora Sindaco Finestra , che suddivise la città in Rioni (10, indicati con la lettera R);Quartieri (5, indicati con la lettera Q); Lottizzazioni (1, indicata con la lettera L) denominando l’R0 come Rione Littoria .
In realtà oltre a non essere presente alcuna segnaletica che ne faccia riferimento nessuno chiama il centro storico Littoria , sintomo di un senso di colpa per un peccato originale che in molti sembrano portarsi dietro, il timore di essere tacciati di apologia del fascismo ha per anni impedito alle nostre istituzioni di fregiarsi di una storia fatta da brava gente venuta a bonificare un ambiente ostile.
Oggi i tempi sono maturi per contestualizzare un periodo storico senza farsi contagiare da battaglie ideologiche vecchie di un secolo.
Del resto come dice il nostro premio Strega ‘’Perché la città possa effettuare la sua elaborazione, crescere e darsi un identità è necessario che recuperi il suo passato’’ .
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