Latina ha subito il passaggio da paese agricolo a industriale in breve tempo. In occasione del censimento del 1951 un rilevamento sulle condizioni abitative del popolo italiano mostra che il solo 4,4% delle case è dotato della combinazione acqua potabile –luce – servizi igienici interni. Ciò vuol dire che solo nelle principali città vi sono abitazioni dotate di confort che oggi consideriamo irrinunciabili. Quando inizia, nelle zone rurali, la costruzione delle case popolari, numerose famiglie adibiscono il bagno ad orto o ricovero per animali, a conferma della completa novità rappresentata da doccia e bidet. Preceduto da una fase di interessante transizione, che copre parte degli anni Cinquanta, il decollo vero e proprio dell’economia pontina, si avvera nel quinquennio 1958-1963 nel corso del quale si realizza un tasso medio di incremento annuo del pil del 6,3%. In questo breve arco di tempo la produzione industriale di tutta la zona pontina cresce di oltre il cento per cento, arrivano grandi marchi a livello nazionale, l’industria conosce un processo di sviluppo dirompente.
Alla base di questo boom economico va posto un insieme di fattori, a cominciare dalla congiuntura internazionale propizia, il processo europeo di integrazione, con la firma nel 1957 del Trattato di Roma che istituisce la Comunità Economica Europea. Le merci italiane hanno maggiore fortuna in tutto il continente grazie anche alla qualità artigianale dei prodotti e al basso costo del lavoro. La provincia di Latina ha goduto in maniera cospicua degli investimenti promossa dalla Cassa per il Mezzogiorno. Un colosso come l’Eni realizza la centrale nucleare di Borgo Sabotino, inaugurata nel 1962,la prima in Italia. Il suo fondatore Enrico Mattei, in quegli anni è stato protagonista indiscusso del balzo in avanti compiuto dal paese, dando impulso sempre maggiore all’intervento pubblico non ritenendo sufficiente l’iniziativa dei privati. Nel 1956 fu creato il Ministero delle Partecipazioni Statali. Le Olimpiadi Invernali di Cortina, nel 1956, e le Olimpiadi Estive, anno 1960, mettono in vetrina le conquiste del benessere. Lo splendore di Roma appare sui teleschermi di tutto il mondo, poi nei mesi successivi, viene realizzato un meraviglioso film dal titolo “La grande Olimpiade” che riempie le sale di molte città. Latina comincia a riempirsi di nuovi immigrati, provenienti soprattutto dal sud, a differenza di coloro che si recano nel nord dell’Italia stipati in alloggi sovraffollati con affitti in nero, lontani dagli affetti più cari, a Latina non devono invece sottostare alle leggi del caporalato, gestito da intermediari. Una condizione non alienante tanto che se prima il veneto, il friulano e il romagnolo erano le parlate più diffuse nei borghi e quella romanesca nel centro cittadino, si comincia sempre di più ad ascoltare persone che parlano il dialetto campano, siciliano e calabrese. Lo spostamento delle campagne alle città avviene in un momento di corsa verso il benessere.
La marcia verso Latina è un punto di riferimento tale che anche un giornale importante come il “Corriere della sera”, nel 1962, dedica un’intera pagina all’emancipazione dell’Agro pontino che da terra paludosa diventa una zona d‘Europa di produzione e di consumo. I salari cominciano a salire, anche se la media salariale è bassa e non corrisponde ai profitti delle imprese. Compaiono beni durevoli come automobili, televisori, elettrodomestici, comprati spesso a rate. Si viene a conoscere l’importanza della plastica con un materiale come il moplen.
Il boom economico non è privo di contraddizioni. L’automobile spicca come bene sociale tanto che chi guida una fiammante Spider non vuole essere vicino a chi è al volante di una utilitaria. Nel 1954 la Rai, dopo anni di esperimenti, comincia le trasmissioni ufficiali su tutto il territorio nazionale, grazie ad uno staff di giornalisti di primordine che hanno cominciato a lavorare in campo radiofonico per poi diventare abili commentatori soprattutto nel campo sportivo. Mike Bongiorno, arrivato in Italia per combattere nelle fila della Resistenza, diventa famoso con il suo quiz “Lascia o raddoppia?”. Mentre gli analfabeti possono imparare a leggere e scrivere seguendo la trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, preparata dal famoso maestro Manzi, molto popolare in tutte le case degli italiani. In pochi anni il numero degli analfabeti viene dimezzato grazie alla presenza di scuole materne ed elementari su tutto il territorio e alle scuole di avviamento professionale. Un ruolo importante hanno avuto le scuole serali riservate agli studenti-lavoratori, che permettevano di ottenere un diploma conservando la busta paga di operai. Sul finire degli anni Cinquanta le campagne si svuotano alla ricerca del posto in fabbrica anche se molti conservano gli appezzamenti di terreno per darli in affitto o coltivarli nei momenti di libertà. Nelle zone a forte vocazione vitivinicola, le fabbriche vedono un drastico calo di presenza nel mese di settembre, quando finti ammalati, grazie a medici compiacenti, si interessano solamente della vendemmia.
La Cassa per il Mezzogiorno ha permesso a molti di trovare un posto di lavoro, specialmente nelle zone di Aprilia, Pomezia, Latina, i suoi borghi limitrofi, Pontina, ma il sogno è svanito in pochi anni in quanto hanno chiuso i battenti ben presto: Rossi Sud, Richard Ginori, Mira Lanza, Cirio, Massey Ferguson, Elettrica, Ducati, Elletre, Mial, Svar, Coming, Dimsau-Espace, Enotria, Colli del Cavaliere, Field Educational, G.B.& C., Ingred Spa, Nardi (ex M.P.E.), Nica Carni, Transitalia, V.A.I srl, Azienda Olmobello, Good-Year, Luppoli, T.A.L., Blue Fish, Salid, A.V.I.R., Ilio, Vianini Industria, Fornace Le Sieci, Lanificio Costa, Cava Posta Vecchia, Samofer, V.R.C. Service, Wool, Trasfiv, Centrale Ortofrutticola, Detergo, Fonte delle Fate, Fornaci Pontine, Freddindustria, Frine Fashion, Buitoni, Elah, Sanpellegrino, Nalco, Zuccherificio di Latina Scalo, Cantieri Posillipo, Fulgorcavi.
Alcune aziende non hanno mai aperto i battenti, truffando lo Stato e mostrando solo capannoni vuoti, una delle cose peggiori della Cassa per il Mezzogiorno. Un ruolo molto importante, in quegli anni, lo ha avuto il Ministro della Cassa per il Mezzogiorno Giulio Pastore al quale fu intitolata una sezione di Latina della Democrazia Cristiana. Il turismo ha cominciato a conoscere i primi arrivi grazie alla fama di località come San Felice Circeo, Sperlonga e Sabaudia, mentre il lido di Latina non ha mai conosciuto un vero e proprio boom di presenze. Segnali contraddittori di squilibrio, grande speculazione edilizia e orrende costruzioni sulla duna mediterranea, hanno messo in discussione un territorio stupendo. Negli anni seguenti la cultura ambientalista ha invitato poi a riflettere sulle degenerazioni del mattone nei luoghi più caratteristici e sull’inquinamento provocato soprattutto dalle industrie chimiche e farmaceutiche. Poi negli ultimi anni, la chiusura di alcuni campeggi, la viabilità poco fruibile, la mancanza di divertimenti per i giovani, dovute alle cessazioni di attività per discoteche e cinema estivi, ha condotto ad un calo di presenze sempre più vistoso.
La vitalità produttiva della parte nord della provincia di Latina non è stata mai in discussione. Alla chiusura delle fabbriche è seguito il diffondersi del terziario, per cui i posti di lavoro non sono mai mancati con una percentuale di disoccupazione piuttosto basta, facendo parlare di onda lunga del miracolo economico. Le piccole e medie aziende pontine, formate da persone ormai radicate da anni sul territorio, si sono distinte brevettando macchinari innovativi, grazie a famiglie che hanno creato delle micro-imprese, come quella dei Damiani, specialisti nel marmo. Si pone in quel momento un modello interessante di sviluppo alternativo, sia alle grandi roccaforti industriali sia al latifondismo ancora diffuso al sud. Il tramonto di molte speranze, dello sviluppo economico nel pontino negli anni ’80, è dovuto all’incapacità di fare sistema, diversamente dal distretto manifatturiero di Carpi e di Biella, delle ceramiche di Sassuolo e dell’ottica in provincia di Belluno. In questi casi si parla di concentrazione produttiva in determinati ambiti territoriali. Solo da qualche anno possiamo parlare di una presenza qualificata di aziende agro-alimentari che hanno fatto conoscere i loro prodotti in ogni parte del mondo. Un segno favorevole di crescita arrivato purtroppo con molto ritardo.
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