Beata Latina. Gli anni Ottanta sono gli anni dell’edonismo, della voglia di affermarsi e di apparire a tutti i costi. Un decennio in cui, nel capoluogo pontino, si dà più importanza all’apparenza che alla sostanza. Cresce il progresso in campo tecnologico e con esso il modo di vivere e di lavorare. Nascono i primi computer, i cd e la competizione tra i media televisivi. A Latina cresce l’ascolto dell’emittente locale Tele Lazio, si fanno avanti anche Tele Etere e Antenna Uno, diretta da Maurizio Grandi, uno dei pionieri del giornalismo televisivo in Agro Pontino, intelligente e scherzoso, burbero e benefico. Il primo quotidiano nasce nel 1988, è Latina Oggi, con direttore Michele Checchi, il successo è subito garantito con tanta voglia di apprendere le notizie del vicino di casa, le radio fanno a gara per arrivare prime a diffondere le news.
La competizione è un elemento dominante anche nel mondo del lavoro soprattutto tra uomini e donne. Dilaga il consumismo, anche a Capo Portiere e Foceverde, località balneari distrutte dal cemento selvaggio. A Latina i prezzi salgono alle stelle e l’inflazione raggiunge, nella prima parte del decennio, livelli altissimi. Unica certezza la grande ondata musicale di quegli anni, che raggiunge grandi exploit di vendita grazie anche alla diffusione del supporto digitale. Le discoteche fanno furore, dal Noa Noa al Felix, ristoranti e pizzerie conoscono momenti d’oro, i conti in banca dei locandieri sono cospicui, le balere riscoprono il fascino del liscio, importato dai romagnoli. Si scoprono i viaggi nei paesi esotici, l’inverno vede tanti pontini portarsi in paesi caldi dove hanno comprato casa grazie ai risparmi di una vita, le agenzie turistiche passano da otto a venti in poco tempo, un segno del benessere.
Terremoto nel 1980 nel mese di novembre in Irpinia, con danni anche nel sud della provincia e tanta paura, con la gente in strada tutta la notte. Ma è terremoto anche nel mondo del commercio a causa dell’introduzione della ricevuta fiscale obbligatoria, molti esercenti vengono “pizzicati” dalla Guardia di Finanza. Le vetrine del centro cittadino brillano per la presenza di abiti firmati, negozi come Mancinelli, Casa Veneta, Pantano, Desiderio, Pezone, Piccinato, Bertucci, rappresentano un modo di vestire eleganti, i più giovani cercano le grandi firme al centro di Roma, oppure a Londra dove vanno per imparare l’inglese.
Il Latina Calcio comincia bene il decennio con la promozione in serie C dei nerazzurri, guidati dal presidente Renzo Lorenzi e dal trainer Tonino Trebiciani. Ma ad un certo punto la società sta per chiudere i battenti. Il presidente del Coni Pino d’Alessandro parte in auto, a tutta velocità, per Montecatini e salva il club, firmando a titolo personale 150 milioni di cambiali come garanzia per la Lega, presieduta da Cestani. Un gesto molto apprezzato dai tifosi che riempiono di scritte i muri cittadini per ringraziarlo.
Nella politica si affacciano due sindaci profondamente diversi: Nino Corona e Delio Redi. Il primo appartiene alla sinistra del partito, sempre accorto e duttile, pronto a costruire il decentramento amministrativo con la istituzione dei consigli di quartiere. Corona è un fiume in piena, pensa al teatro, al palazzetto, alle scuole, fa progettare al famoso architetto inglese James Stirling la costruzione della biblioteca comunale al posto del vecchio ospedale al centro della città, non si fece nulla per oscuri motivi. Corona voleva volare alto, affidò a Paolo Portoghesi il progetto di ristruttura il piazzale delle autolinee e creare un Foro cittadino. Delio Redi, andreottiano di ferro, ha organizzato nel 1982 le manifestazioni per il cinquantesimo di vita della città, alla presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Chiudono fabbriche importanti come le Confezioni Europa, la Richard Ginori, la Rossi Sud, crescono a dismisura i rifiuti (anche tossici) nella discarica di Borgo Montello, le industrie chimiche non rispettano i patti ambientali e inquinano, il poligono di tiro resta al suo posto, togliendo chilometri di costa ai cittadini e ai potenziali turisti, il carcere di Latina vede la presenza di molte terroriste condannate all’ergastolo. Il mercato del martedì viene spostato nei pressi di via Cisterna, gli stracci del “mercato americano” lo rendono famoso in tutta Italia. Latina si espande dal punto di vista urbanistico con la costruzione dei quartieri Q4 e Q5.
Tragici avvenimenti piombano come macigni sul nostro Paese: la tragedia di Ustica, in cui persero la vita 81 passeggeri del DC9 dell’Itavia esploso in volo in circostanze ancora oggi da chiarire e l’attentato terroristico del 2 agosto alla stazione di Bologna, con un bilancio di 85 morti e 200 feriti. Il mondo è scosso dall’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica. Questo gesto avrà ripercussioni anche alle Olimpiadi di Mosca. I canottieri di Sabaudia – tutti appartenenti a corpi militari – non sono partiti per la capitale sovietica, dove ha trionfato Pietro Mennea, re dei 200 metri, cresciuto sportivamente nella scuola Bruno Zauli di Formia, insieme a Sara Simeoni. Molte nazioni decidono di non partecipare ai giochi in segno di protesta, l’Italia gareggia con la bandiera del Coni. La Fiat, per cercare di uscire dalla crisi che l’ha colpita alla fine degli anni ’70, mette in commercio la “Panda”, una piccola vettura destinata ad un grande successo.
I negozi di articoli sportivi sono pieni di clienti, primeggiano Sport 85 e Barsi Sport che organizza anche le settimane bianche sulle Dolomiti. Il Moncler è il piumino simbolo di quegli anni. Una importante novità anche in campo sanitario: nascono le USL, Unità sanitarie locali, suddivise in tutto il territorio nazionale, guidate da personaggi scelti dalla politica, sempre in cerca di consensi elettorale e nuove clientele. Nelle librerie di Latina si vendono centinaia di copie di “Nel nome della rosa”, il celebre romanzo di Umberto Eco, che ottiene subito una risonanza mondiale. In seguito dall’opera verrà tratto anche un film di grande successo. La stagione cinematografica è dominata da “Un sacco bello”, primo film dello strepitoso Carlo Verdone, e dalla “Città delle donne”, altro storico film di Federico Fellini, le tre sale cinematografiche sono Corso, Giacomini e Supercinema, talvolta apre il Moderno, presso l’Oratorio Salesiano Don Bosco, ritrovo culturale e sportivo.
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