Non è che di copie ne venda o ne abbia mai vendite tante a Napoli e dintorni, ma dopo l’uscita dell’altra sera del suo direttore, Libero Quotidiano sarà forse costretto a cancellare addirittura tutta la distribuzione in direzione sud. Noto ormai il suo pensiero sui meridionali, ma troppo grossa stavolta l’ha fatta Vittorio Feltri. “Io non credo ai complessi di inferiorità. Io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori” aveva detto l’altra sera a “Fuori dal Coro”, la trasmissione di Mario Giordano su Rete4, parlando della ventilata decisione, da parte del governatore De Luca, di serrare i confini della Campania, in caso di aperture alla libera circolazione. Dimenticando le tante eccellenze in tutti i campi della società e della cultura, partorite da Napoli e dal Sud, che hanno dato all’Italia lustro nel mondo. E la risposta dei napoletani non si è fatta attendere. Dopo la fine dedica regalatagli dal sindaco De Magistris del ben noto ultimo verso della canzone “Je so’ pazzo” di Pino Daniele, la replica giustamente piccante di molti esponenti del mondo intellettuale partenopeo, come Maurizio de Giovanni, Forgione, Ruotolo ed altri, ed il lazzo satirico di vari comici, ecco giungere stamane l’ironica ma ferma levata di scudi degli edicolanti di Napoli. “In questa edicola, da oggi 23 aprile 2020, non è più in vendita il quotidiano Libero. Essendo meridionali inferiori non siamo in grado di comprendere gli arguti articoli di questa testata giornalistica indipendente! Ci voglia scusare il direttore Feltri!”. È solo uno dei tanti cartelli affissi stamane fuori le grandi e piccole edicole di Napoli. Facendo il giro dei social, il cartello è diventato virale, mentre è in atto una petizione on line, già gonfia di migliaia di firme, per chiedere la radiazione di Feltri dall’albo dei giornalisti della Lombardia. E contro il direttore si schiera stavolta persino il leader della Lega Salvini. Queste le sue dichiarazioni rilasciate a Crc, un’emittente radiofonica campana: “A me è sembrata francamente una cazzata l’affermazione del direttore Feltri sulla inferiorità dei meridionali. Sono assolutamente in disaccordo con lui perché se per un giornalista fare considerazioni che dividono il Paese è scorretto in tempo di pace, è scorretto e ingiusto farlo in tempo di guerra. Esistono distanze nel Paese, ma tra chi vive in quartieri disagiati e quartieri ricchi con più servizi e questo non è certo colpa dei cittadini, la politica deve fare di tutto, come noi stiamo facendo, per accorciarle queste distanze”.


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