ROMA – «Federica non abbraccia sua figlia da marzo dell’anno scorso. L’ultima volta l’ha vista in video ed era ottobre 2022». La piccola Hager ha 5 anni e dall’Italia è stata portata in Libia da suo padre, Mohamed Bouamid, che aveva promesso alla moglie e mamma della bambina, con la quale viveva a Roma, che sarebbe tornato ad aprile dopo aver fatto visita alla famiglia e ai suoi genitori. Era il 9 marzo e per Federica, che era sposata con quest’uomo e fino ad allora aveva una vita normale, fatta di lavoro e della sua bimba, è iniziato l’incubo peggiore.
Da quel momento, infatti, Hager è scomparsa nel nulla e Federica, dal 21 febbraio di quest’anno, si è trasferita a Tripoli per ritrovare la sua bambina, raggiunta anche dal suo avvocato Duilio Cortassa, che segue il caso con l’internazionalista Francesca Graziani. “Ogni giorno in più è tardi”, ha detto ancora l’avvocato, intervistato dalla Dire che aveva già seguito il caso, per una bambina così piccola, che si è ritrovata in un altro Paese, senza sua madre, l’asilo, le abitudini, la lingua italiana con cui ha iniziato a parlare.
“Sono venuta a Tripoli per assistere all’udienza, il 21 febbraio, del processo per l’annullamento del contratto di matrimonio che mio marito, Mohamed Bouamid, aveva avviato avanti al Tribunale di Tripoli Nord. La giudice, una donna- ha raccontato alla Dire Federica Federici- mi ha dato ragione, respingendo la domanda. Mio marito non si è mai presentato in Tribunale e la domanda di annullamento è stata respinta già il 4 aprile 2023, con condanna di Mohammed alle spese”. L’annullamento era stato chiesto per ragioni religiose: Federica, che si era convertita all’Islam per scelta e per amore e che ne seguiva regole e preghiere senza indossare il velo, avrebbe manifestato dubbi, ha riferito l’uomo alle autorità libiche, e questo sarebbe bastato per lasciarla e decidere di far crescere la bambina con lui in Libia.
Ma la giurisprudenza libica tende ad affidare fino ai 12 anni le bambine alla mamma. “Secondo la collega libica Najwa Ali Ahmadi, che assiste Federica, a fine anno dovremmo avere la sentenza sul divorzio e sull’affidamento della bambina”, ha spiegato l’avvocato Cortassa, che ha anche ricordato le tante difficoltà di affrontare questo iter in Libia dove, tra le altre cose, “l’avvocata parla solo arabo e dialoghiamo con un interprete”. Ma soprattutto, anche qualora l’epilogo giudiziario portasse all’affidamento di Hager a sua madre, come garantire che non resti sulla carta visto che la bambina è irreperibile e il padre non ha mai rispettato le decisioni del Tribunale di portarla agli incontri con la mamma?
“Un provvedimento del Tribunale di Tripoli-Bab Ben Ghashir, del 23 novembre 2022- ha raccontato infatti mamma Federica- mi aveva già autorizzata a incontrare Hager ogni giorno dalle 10 alle 13, presso il Comando della Polizia Giudiziaria, qualora non fosse possibile visitarla presso la residenza del padre. Sinora le visite sono state di fatto impossibili ma resto qui, sono certa che Hager stia a casa dei nonni paterni, nel quartiere di Trek al-Matar, alle porte di Tripoli, a meno di venti chilometri da dove abito, nei pressi della strada che porta all’aeroporto internazionale di Tripoli”, il vecchio aeroporto militare italiano di Castel Benito.
Ma chi cerca Hager, una piccola cittadina italiana di 5 anni portata via con l’inganno da suo padre? L’avvocato Cortassa a malincuore alla Dire ha ammesso che, nonostante le sue richieste, “il pubblico ministero S.P. ha incredibilmente respinto l’istanza di misure cautelari, di fatto chiudendo la porta a un controllo alla frontiera del padre della minore”. Non avendo prove che dicano alle autorità dove sia la bambina, si può ipotizzare che il padre via terra possa portarla dove vuole.
Federica ringrazia il governo, consapevole di esser stata aiutata anche solo per arrivare in Libia, per esser riuscita ad avere il visto insieme al suo avvocato e ora a lavorare lì per una società che fornisce servizi all’ambasciata (perché per avere sua figlia e crescerla non deve lasciare il Paese): “Sono stata davvero molto sostenuta dal Governo, che ho potuto avvicinare grazie agli amici consiglieri del mio Municipio, il VI, Emanuele Giuliani e Andrea La Fortuna, che si sono dati subito da fare per aiutarmi. Sia la sorella della premier, Arianna Meloni, sia il ministro degli Esteri Antonio Tajani mi stanno aiutando, la nostra Ambasciata a Tripoli mi sta dando un grandissimo aiuto”.
“La sorella di mio marito, che si chiama anche lei Hager Bouamid, è diplomatica libica al Cairo, forse mio marito è invece dalla sorella e temo abbia abbandonato la nostra bambina ai nonni. Ma l’Interpol non può intervenire, visto che il pm ha deciso, chissà poi perché, che le ‘misure cautelari si rivelerebbero inutili'”. In generale quindi, “non mi è chiaro- ha detto Federica- come si possa in concreto convincere la famiglia di mio marito ad aprirci la porta di casa”.
“E’ sorprendente che la denuncia per sottrazione di minore presentata dalla signora Federici alla Procura di Roma non abbia sortito alcun risultato”, ha aggiunto l’avvocato, che ha chiesto un incontro al procuratore della Repubblica aggiunto G.C.
A Roma intanto “il Tribunale ha emesso un provvedimento, il 31 ottobre 2022, con cui, tra l’altro, autorizza provvisoriamente i coniugi a vivere separati, con obbligo di mutuo rispetto; affida Hager, in via esclusiva, alla madre la quale esercita in via esclusiva la responsabilità genitoriale; dispone il collocamento della minore presso la madre, previo immediato rimpatrio della stessa; dispone che il padre possa vedere e tenere con sé Hager con modalità protetta secondo un calendario indicato dai Servizi Sociali competenti per territorio in ragione della residenza abituale della figlia. “Il provvedimento è stato trasmesso per via diplomatica alle autorità libiche”, ha precisato l’avvocato.
Ministero degli Esteri e della Giustizia sembrano gli attori decisivi in questa storia. “Lo scorso 29 settembre, a Palermo, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha incontrato la sua omologa libica Halima Ibrahim Abdel Rahman e le ha consegnato una lettera personale della signora Federici”, ha ricordato il legale.
Ma la domanda di questa mamma che torna insistente è sempre la stessa: “Chi sta cercando Hager?”, una bambina italiana rapita. Si fanno accordi per le motovedette nell’ambito del programma ‘Support to integrated Border and Migration Management in Lybia’ dell’Unione Europea e non si riesce a cercare Hager, ad andare dai nonni o a casa della zia? Un giorno in più per una bambina così piccola senza sua madre, lo ripete fino alla fine l’avvocato, è tardi.
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