Il valore poetico e teologico dell’opera del grande poeta è rappresentato da uno straordinario viaggio che ci conduce attraverso l’esperienza del dolore e della gioia fino a Dio, fine ultimo della nostra esistenza (Marco Frisina)
Il Dantis Poetae Transitus è l’antica cerimonia che si celebra ogni hanno a Ravenna nella basilica di San Francesco, che rievoca il passaggio dalla terra al cielo che i francescani dedicano a Dante così come accade per san Francesco.
Paolo VI con la Lettera apostolica Altissimi cantus (7 dicembre 1965) documento fondamentale nella storia del dantismo papale, volle motu proprio istituire una Cattedra di studi danteschi presso l’Università cattolica di Milano. L’idea di dedicare a Dante un insegnamento teologico è venuta a papa Leone XIII (1878 – 1903) all’interno di un contesto storico politico e culturale molto particolare, la fine del potere temporale dei Papi, a seguito della Breccia di Porta Pia.
Il dantismo del papa Leone III mirava ricondurre il poeta Dante nell’alveo della cristianità e della sapienza cristiana. Fra il 1881 e il 1883 Leone III aprì ai lettori sia la Biblioteca Vaticana che l’Archivio Segreto e fondò l’Istituto Leoniano di Alta Letteratura (15 gennaio 21887, divenuto poi Pontificia Università Lateranense) all’interno del quale affidò a monsignore Giacomo Poletto la cattedra di teologia dantesca, prima cattedra di studi danteschi in Italia.
La Chiesa, soprattutto dopo la morte di Dante, ha perseguitato le opere dantesche, in particolare il trattato politico Monarchia. Fu il cardinale Bertrando del Poggetto a accanirsi contro questa opera di immenso valore storico, politico e culturale. Nel 1881 papa Pecci attuò la revisione dell’Indice dei libri proibiti e decise di escludere e rendere fruibile il trattato Monarchia di Dante.
La cattedra di teologia dantesca nella sua prima fase (1887-1913) dopo la morte di Poletto fu ricoperta tra gli altri da Stefano Ignudi francescano, rettore del Collegio serafico Internazionale, autore di un Commento teologico-filosofico alla Divina Commedia e Agostino Bartolini, artefice di una lettura spirituale del poema dantesco e autore, tra l’altro di un Dizionario geografico-storico della Divina Commedia (1904).
Dante Alighieri, oltre che essere un illustre poeta, è stato un politico, un uomo della diplomazia, un testimone, un attento osservatore e cronista della sua epoca. Nel documentario, Dante, il sogno di un’Italia libera, storici e studiosi di Dante a livello internazionale hanno descritto e analizzato gli eventi della storia narrati nella Divina Commedia soffermandosi sui diversi pontefici, re ed imperatori che, attraverso violenti conflitti, hanno determinato il destino dell’Italia e dell’Europa.
L’opera di Dante nasce da una esperienza esistenziale durissima, da una crisi umana, spirituale, affettiva e culturale che ha travolto la sua vita. La sua fu una esistenza spezzata in cui gli ideali furono improvvisamente sconvolti e gli affetti negati. Sradicato dalla propria famiglia, dalla propria città, dagli amici, dal suo mondo fu costretto a vagare in esilio in divere part dell’Italia fino agli ultimi giorni della sua vita, e solo allora poté trovare sollievo e pace. Dante, ancora oggi, può insegnarci a leggere la nostra vita come uno straordinario viaggio sulle ali della poesia, in cerca del significato profondo dell’esistenza umana.
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