Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui. (Pier Paolo Pasolini)
Alain Elkann ha scritto nel libro Vita di Moravia che «la ferita per la morte di Pasolini gli era rimasta dentro le viscere. Una morte atroce, una morte crudele che lo aveva privato del suo ultimo grande amico». Moravia aveva per il geniale poeta friulano un enorme rispetto, ne ammirava il talento. Pier Paolo per Moravia «era il suo amico che se ne era andato per sempre, si era spenta la sua vita, la sua voce. Quella morte lo aveva turbato terribilmente, gli sembrava irrimediabile. La letteratura era per lui l’unico modo di esprimersi e di vivere, ma anche la vita, la vitalità, la bellezza lo affascinavano.».
Per Nico Naldini, cugino di Pier Paolo Pasolini, il poeta di Casarsa è stato un protagonista della cultura del Novecento, una figura complessa e luminosa, un artista versatile e geniale, capace di visioni altissime, un diverso e un eretico non solo per la vita che ha condotto e per la morte che ha incontrato; è stato anche un simbolo della società italiana e dei suoi cambiamenti sociali, politici e culturali.
Nella piena maturità artistica Pasolini ha scoperto la città di Roma e le sue periferie ed è entrato in contatto con il mondo dei “miseri” e delle borgate.
Dal 26 novembre del 1972 al 24 gennaio del 1975 Pier Paolo Pasolini ha curato una rubrica di critica letteraria sul settimanale Tempo. Le recensioni sono state riunite nel 1979 nel volume Descrizioni di descrizioni. Lettore di tutto, Pasolini con la consueta passione, che come ha scritto Luigi Martellini lo distingueva, «notava forme lessicali, scelte stilistiche, misurando e “svelando” ogni cosa,, dai segreti insospettabili di una parola alla mediocrità o inutilità di un testo, in un indagine profonda, travolta dall’entusiasmo o soffocata dal disgusto».
Il partigiano Guido Pasolini, fratello di Pier Paolo, nel febbraio del 1945 fu ucciso per mano di partigiani comunisti e questo evento è uno degli episodi più controversi della Resistenza, Alle malghe di Porzus in Friuli egli cadde nell’eccidio della brigata Osoppo.
Alcuni temi cari a Pier Paolo Pasolini furono: la questione del sottoproletariato che fu affrontata nei suoi romanzi, la fine delle ideologie e l’indagine della realtà. Questi argomenti sono stati oggetto di attenzione nella poesia, nella narrativa e nel cinema.
Pasolini in diverse occasioni ha manifestato la sua passione per la bicicletta e per le gare di ciclismo. La bicicletta è il cavallo di battaglia dei protagonisti del suo primo romanzo, Il sogno di una cosa, scritto nel 1940 e 1950, pubblicato nel 1952. Pier Paolo fece in gioventù un viaggio in bicicletta, 400 chilometri in tre tappe. La prima da Bologna a Venezia con l’amico Ermes Parini, con destinazione la Biennale d’arte. La seconda, da Venezia a San Vito di Cadore, da solo, meta la casa delle vacanze. La terza da San Vito di Cadore a Casarsa della Delizia, traguardo la casa di famiglia.
Pier Paolo Pasolini per il film il Vangelo secondo Matteo si è servito di molti suoi amici intellettuali. Tra gli apostoli si riconoscono Alfonso Gatto, Enzo Siciliano, Giorgio Agamben. Natalia Ginzburg e Rodolfo Wilcock interpretano rispettivamente Maria di Betania e il gran sacerdote Caifa e la madre del regista interpreta una Madonna dolcemente addolorata. La voce di Cristo, interpretato da Enrique Irazoqui, è di Enrico Maria Salerno.
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